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Il Dall’Ara e la sua atmosfera “poetica”

Uno dei punti di forza del Bologna è sicuramente il Dall’Ara e il tifo rossoblù che insieme costituiscono il dodicesimo uomo in campo.

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La squadra sotto la curva dopo Bologna-Borussia Dortmund (© Damiano Fiorentini) tifoso
La squadra sotto la curva dopo Bologna-Borussia Dortmund (© Damiano Fiorentini)

Giocare al Dall’Ara è sempre speciale, un’atmosfera magica che coinvolge tutti, dai giocatori ai tifosi sugli spalti. La magia si sente già camminando sotto i portici del Meloncello e, quando si salgono le gradinate dello stadio,  finalmente si respira aria di casa. Si saluta la Torre di Maratona come se fosse una vecchia amica e poi ci si ferma per un po’ ad ammirare la Curva Bulgarelli. Lo stadio è uno spettacolo, con bandiere rosse e blu che sventolano all’unisono e che fanno sembrare il Dall’Ara una creatura di vita propria.

Il Dall’Ara: giocatori e tifosi uniti da un unico cuore rossoblù

Quando il Bologna gioca al Dall’Ara sa già che in formazione potrà contare su un dodicesimo uomo in più. Il tifo dello stadio è un qualcosa di incredibile e trasmette grinta ai giocatori anche nei momenti in cui, come recita Poetica di Cremonini, sembra di star “navigando nel buio”. Se i rossoblù sono in svantaggio non c’è posto per lamentele, ma solo cori di incoraggiamento e il più delle volte abbiamo visto di come questo abbia funzionato. L’ultima è stata proprio giovedì contro il Milan: i rossoneri conquistano il vantaggio ma il Dall’Ara non ci sta e canta ancora più forte. Cinque minuti dopo arriva il gol del pareggio di Castro e verso la fine quello della vittoria targato Ndoye. Come non ricordare poi, di quando i tifosi rossoblù hanno risposto al Gelbe Wald del Borussia Dortmund con il loro temutissimo muro rossoblù che ha fatto tremare i tedeschi.

Tra i giocatori e i tifosi ormai si è instaurato un rapporto meraviglioso.  I giocatori non perdono mai l’occasione di ringraziare il tifo rossoblù e a fine partita, che si vinca o si perda, fanno sempre il giro dello stadio per salutare tutti i presenti sugli spalti. Certo, quando si vince è ancora più bello, perché sotto la Curva Bulgarelli si canta tutti insieme “Poetica” di Cesare Cremonini e poi “L’anno che verrà” di Lucio Dalla, lo stadio è completamente al buio e ad illuminarlo ci pensano i tifosi con le torce dei cellulari.

Bologna-Borussia Dortmund (©Bologna FC 1909)

Bologna-Borussia Dortmund (©Bologna FC 1909)

Italiano sulla strada per diventare un “allenatore da ricordare”

A rendere l’atmosfera magica c’è sicuramente anche Vincenzo Italiano. In poco tempo ha conquistato la fiducia dei tifosi rossoblù che adorano gli allenatori che non nascondono le proprie emozioni. A Bologna infatti non verrà mai dimenticato Renzo Ulivieri, come non saranno mai scordati Carlo Mazzone e Sinisa Mihajlovic. Giovedì sera l’intero stadio ha dedicato al serbo uno striscione e le lacrime non sono mancate al grido di “Dai Sinisa alé”. Italiano ancora non fa parte di questa stretta cerchia, ma ha buone carte per entrarci. Una delle tradizioni più belle che si è creata quest’anno è Italiano che, in caso di vittoria, corre per afferrare il pallone e lo calcia grintoso e sorridente ai tifosi sugli spalti.

Fonte: Claudio Beneforti – Stadio

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