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Il Derby dell’Appennino si gioca in panchina

Il Derby dell’Appennino è il derby che si gioca fra Firenze e Bologna: quest’anno, soprattutto, sarà un derby fra le panchine. Due giovani allenatori che puntano, decisamente, all’Europa.

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Vincenzo Italiano durante Bologna-Lecce
Vincenzo Italiano durante Bologna-Lecce (© Bologna FC 1909)

Distanziate da un sistema montuoso, l’Appennino, oggi Firenze e Bologna si giocano un derby che rappresenta un valore per le zone nobili della classifica. La “liason” che cuce e unisce la gara odierna risiede nelle panchine nei loro allenatori. Soprattutto nella persona di Vincenzo Italiano che, dopo 3 anni di viola, ha traslocato a nord del Monte Cimone, insediandosi a Casteldebole. Non dimenticando che anche su Raffaele Palladino la dirigenza rossoblù aveva fatto una riflessione. Poi ci sono, ci saranno i 22 in campo, dettati dalle scelte del piano tattico e dalla contingenza. Da una parte l’assenza “particolare” di Edoardo Bove, da una parte, e gli abitanti dell’infermeria rossoblù dall’altra, fra cui spiccano Aebischer (pronto al rientro), El Azzouzie Cambiaghi, in primis.

L’Appennino non divide solo due regioni

Ma anche due modi differenti di gestire le relative proprietà calcistiche: un mercato più spumeggiante, quello di Comisso, più attento alle linee guida finanziarie, quello di Saputo. Ma due proprietà nordamericane, che vogliono importare quelli che sono i crismi dello spettacolo in ambito sportivo, rimodulando questa tipologia di esibizione per i tifosi.

Vincenzo Italiano ha provato entrambe le gestioni: dopo tre anni di Firenze e Viola Park, si è trasferito a Bologna e Casteldebole, rimpiazzando chi aveva fatto un campionato da leggenda. Un rimpiazzo complicato, per il continuo confronto e gli obiettivi “sfidanti” che la piazza non poteva non pensare di dare a lui. Eppure Vincenzo, arrivando sotto le due torri, ha portato i suoi 47 anni di esperienza, costruita soprattutto in provincia, dove spesso si gioca per non retrocedere e non per la Champions League, Bergamo a parte. Ha portato quella dose di umiltà che forse un pò mancava a Casteldebole e un gioco più verticale, misto ad un pressing altissimo.

Bologna-Fiorentina con vista Europa

Il quarto posto dei viola e il settimo, a parimerito col Milan, dei rossoblù, ci racconta che la gara di oggi va oltre un piazzamento di alta classifica: girare oltre 30 punti (i Viola ci sono già), vuole dire mettere un piede in Europa o, meglio, rimetterlo. Lo sa anche Palladino, che ha valorizzato al meglio il suo mercato estivo. Un mercato importante, fatto di giocatori che oggi esprimo l’ossatura della sua creatura tattica. Con 31 punti e il quarto posto, dietro solo ad Atalanta, Napoli e Inter, ha dato un nuovo slancio al tifo fiorentino, che Italiano, anche se con tre finali giocate, non era riuscito del tutto a dare. Ma i confronti finiscono qui e dalle 15 sarà partita vera.

Non aspettiamo altro.

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