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Bologna FC

IL GRILLO PARLANTE – Condannati alla sofferenza

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E quando ci si illudeva di intravedere una fioca luce in fondo al tunnel il colpo di testa di Pussetto faceva piombare nuovamente le tenebre sul Bologna, sgretolando in un istante le speranze tanto faticosamente ricostruite nelle ultime settimane negli animi dei tifosi.

Udine è stata avara di punti e gratificazioni; il fatto non costituisce certo una novità (14esima sconfitta su 26 incontri disputati, un pianto) ma i confortanti lampi contro Roma e Juventus avevano rischiarato il sentiero su cui poggiare i passi successivi, restituendo l’illusione di potersi rialzare in modo convincente senza rischiare un’agonia nelle ultime giornate di campionato. Invece siamo per l’ennesima volta ad interrogarci confusamente su quali peccati debbano essere ancora espiati dai tifosi rossoblu, quali colpe siano state commesse per giustificare una condanna ad una mediocrità tanto persistente quando, in realtà, lo spettacolo poco edificante sotto gli occhi di tutti è il logico risultato di un “progetto” i cui rami viaggiano a velocità dispari: il binario “strutturale” (gestione societaria, marketing, ristrutturazione stadio, etc) che punta mete da sogno e il binario “sportivo” che sembra quasi ricoprire un aspetto marginale…questo non solo non è entusiasmante per i clienti (tifosi) ma è ben lungi dall’essere strategico; una squadra costretta a sudare sette camicie per mantenere la categoria avrà ben poca visibilità da parte dei media (basta ricordare quanti riflettori vennero puntati sull’ambizioso  “Bologna di Saputo e Tacopina” al ritorno nella massima serie, al contrario di oggi in cui gli spazi riservati ai rossoblu sulle trasmissioni sportive sono sostanzialmente insignificanti), sarà molto meno attrattiva verso gli sponsor (il main sponsor Faac non ha rinnovato il contratto di sponsorizzazione la scorsa estate, ed appare attualmente improbabile che Sky ribadisca la propria partnership mediante la quale aveva tappezzato col proprio brand il Dall’Ara) e faticherà tremendamente a percepire più lauti compensi da parte delle pay per view (sulla ripartizione dei diritti TV il piazzamento dell’ultimo campionato pesa il 15%, il piazzamento medio degli ultimi 5 anni vale il 10% e il dato relativo ai tifosi concorre per un 20% – di cui il 12% sulle presenze medie allo stadio e un 8% derivante dall’audience televisiva). Questi sono alcuni degli aspetti più rilevanti ma si riferiscono soltanto ad una fetta della torta, per comprendere quanto possano incidere i risultati sportivi basta confrontare l’introito da diritti TV del Bologna rispetto a squadre meno blasonate e con bacino d’utenza inferiore che però hanno avuto risultati sportivi più brillanti nelle ultime stagioni; diritti TV per il triennio 2018-2021: Bologna 46,4 / Sassuolo 51.4 / Atalanta 56,9.

Purtroppo allo stato attuale la priorità è uncinarsi alla Serie A con tutte le proprie forze per raggiungere una salvezza che mai sarebbe dovuta diventare un traguardo. E neppure la presenza allo stadio di Saputo nello scontro da brivido col Cagliari, per quanto possa essere lieta e beneaugurante, dovrebbe fare la differenza (con biglietto aereo gentilmente offerto dal popolo rossoblu o pagato di tasca propria) perché in Italia ha conferito i pieni poteri a Fenucci che, in qualità di Amministratore Delegato, risulta avere adeguata facoltà di azione senza interventi provenienti dal cielo canadese…che poi il suo operato sia ai minimi storici nell’indice di gradimento della tifoseria rossoblu sembra sempre di più un dato di fatto e sempre meno una maliziosa supposizione.

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