Bologna FC
IL GRILLO PENSANTE – Attesa e speranza
La vita del tifoso rossoblu è notoriamente ardua, costellata di saltuari picchi di esultanza ma soprattutto di lunghi periodi di siccità che richiedono una smisurata dose di tolleranza mista a resilienza; il tempo presente racconta il moderno sogno americano dell’era Saputo, frangente dalle potenzialità enormi che ha però acuito la pretesa di una stoica accettazione della realtà. Vietati i voli pindarici. Da tanto tempo il tragitto della squadra assomiglia al monotono scorrere dell’asfalto sull’autostrada buia e deserta, accompagnato dall’apatica sensazione di restare inchiodati allo stesso punto e sognando con crescente disillusione di venire destati da qualcosa di straordinario. Fino ad oggi questo shock positivo si è rivelato un miraggio. Fino ad oggi le uniche 2 parole che aleggiano costantemente su Bologna sono ATTESA e SPERANZA, talmente tanto respirate in città da essere penetrate a pieno titolo nel DNA dei bolognesi.
Si attende che venga finalmente varato il prolisso restyling dello stadio con annessa costruzione del nuovo impianto provvisorio, mossa strategica che veicolerebbe anche un quanto mai provvidenziale rilancio dell’area di FICO a beneficio della città tutta. Equipaggiarsi di uno stadio di pseudo-proprietà (un comodato d’uso pluriennale da parte del Comune) garantirebbe un’impennata degli introiti, alimentando quindi la speranza di poter vedere finalmente veleggiare il glorioso Bologna FC a maggiori altitudini.
Si attende che venga certificata in carta bollata la salvezza anche se, a 5 giornate dalla fine, ritrovarsi con 38 punti ed appena 7 punti sopra la zona retrocessione fa storcere un po’ il naso (nel campionato scorso, dopo 33 giornate, la squadra occupava la decima posizione a 43 punti, ovvero 14 punti dalla terz’ultima piazza occupata dal Lecce). La speranza è tagliare definitivamente i ponti con la zona calda nella partita casalinga contro la Fiorentina sebbene gli avversari abbiano ancora più necessità di punti e i ranghi rossoblu siano falcidiati da infortuni e squalifiche.
Nonostante nessuno lo evidenzi con chiarezza, si attende la fine del campionato per imbastire le trame del prossimo Bologna. Purtroppo anche questa stagione ha perso progressivamente il suo appeal quando è stata messa a fuoco l’impossibilità di lottare per qualche traguardo che tenesse alto il livello d’attenzione, partita dopo partita il girone di ritorno si è trasformato in un conto alla rovescia. La speranza è che il prossimo campionato non sia l’ennesima fotocopia dei precedenti, vagabondare senza obiettivi non può essere ancora una volta la dimensione della squadra.
La spietata cinquina inflitta dalla Dea in pieno volto a Balanzone nel posticipo domenicale della scorsa giornata è la fotografia dell’abisso che separa attualmente Atalanta e Bologna, sebbene la società rossoblu non abbia certamente nulla da invidiare ai rivali come proprietà, bacino d’utenza e città. La famiglia Percassi, con sagacia e lungimiranza imprenditoriale, ha strutturato società e squadra riuscendo a centrare le Coppe Europee sin dal 6° anno dal ritorno in Serie A, complice anche alcune scelte fortunate (ad esempio Gian Piero Gasperini) ma dimostrando negli anni successivi di non essere un evanescente fuoco di paglia.
Quello che volge al termine è il 6° anno del Bologna dal ritorno in Serie A. L’attesa dovrebbe essere stata sufficiente, la speranza è di aver mancato l’exploit in stile atalantino per un solo anno.
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