Bologna FC
Il Grillo Pensante – E’ cambiato qualcosa?
Sono ormai svariati anni che puntare fiches sulla ruota di Bologna è un autentico terno al lotto, una scommessa da giocatore d’azzardo considerando gli alti (pochi) e i bassi (troppi) che hanno sovente frustrato gli umori degli affezionati supporters rossoblu ormai abituati ad avere più un occhio di riguardo verso gli inseguitori che gli inseguiti. Anche la stagione in corso sembrava nata sotto la stessa stella, solite volubili montagne russe tra terrificanti vuoti d’aria e qualche altisonante risalita…risultato: squadra galleggiante a metà classifica con il ricorrente spauracchio di un altro campionato nel segno dell’anonimato. Una minestra ben poco saporita. Inoltre, ogni qualvolta il motore sembra salire di giri, è consolidata prassi fallire la partita decisiva che farebbe svestire i panni della comparsa, in alcune occasioni senza appello ed in altre per dettagli che una squadra impreparata per il “salto” non può fare propri.
La teoria del “anche quest’anno il salto di qualità lo facciamo l’anno prossimo” sembra aver trovato l’ennesima dimostrazione nella sconfitta interna contro il Venezia. Il Bologna arriva con gli scalpi freschi di Cagliari e Sampdoria in saccoccia, la partita del Dall’Ara contro i lagunari appare quasi troppo bella per essere vera e calare un tris di vittorie che trasformerebbe la classifica in una visione incredibilmente seducente; quando però i giochi si fanno interessanti il solito spartito ritorna, la gara non si sblocca e i 3 punti volano nella terra dei Dogi. Anche quest’anno il salto di qualità lo facciamo l’anno prossimo.
Nonostante il rammarico per l’occasione scialacquata il calendario concede immediatamente una possibilità di redenzione, la trasferta di La Spezia non è una scampagnata ma vi sono campi più proibitivi su cui confrontarsi in Serie A…l’occasione è ghiotta. Il Picco sembra però sbandierare che la truppa di Mihajlovic non è ancora in grado di sbrogliare certe matasse come sanno fare squadre, i 3 legni centrati da Arnautovic e Barrow (2) sono anzi il punto esclamativo sulla realtà che ogni punto da conquistare sarà sempre madido di sudore. Poi nel finale accade il colpo di scena, la sorte restituisce merito al dominio rossoblu e lo stesso Arnautovic afferra su calcio di rigore una vittoria che, per come si era incanalata la vicenda, sembrava maledettamente inaccessibile.
La settimana più entusiasmante per ogni pallonaro italiano è quella spezzata dal turno infrasettimanale e, soltanto 3 giorni dopo, la truppa di Mihajlovic ospita la Roma di Mourinho per l’ennesimo esame di maturità; questa volta, evidentemente, contro un giudice ben più severo del Venezia. In realtà il Bologna si fa preferire nel primo tempo e sblocca addirittura il risultato con un colpo da biliardo del fromboliere Svanberg, ormai una certezza nel minacciare da lontano i portieri avversari. Nella ripresa la Roma ruggisce più forte, Skorupski balza come un felino tra i pali negando tutto il negabile ed anche la Dea Bendata sembrerebbe aver posato dopo tempo immemore un occhio benevolo sull’Emilia (il rigore solare su Mikhitaryan è vanificato dalla partenza in fuorigioco dell’armeno per un sopracciglio). Al triplice fischio la città esplode di gioia, come ammesso da Sinisa “non abbiamo rubato niente ma siamo stati anche un po’ fortunati” e la notizia è di quelle da stappare lo spumante: non sono vittorie “da Bologna” quelle così sofferte, specie contro compagini più quotate, si potrebbe considerare come la restituzione di qualche punticino perso malauguratamente per strada…che sia cambiato qualcosa?
Due vittorie consecutive conquistate in modo essenziale per 1-0 (è cambiato qualcosa?), 6° partita stagionale con la porta inviolata (è cambiato qualcosa!) ed una classifica attestante che 7 sorelle sono diventate 9 o, perlomeno, Bologna e Fiorentina stanno dimostrando di essere le loro parenti più strette. E proprio le squadre di proprietà nordamericana si affronteranno nel match del pranzo domenicale, le massime espressioni della media borghesia italiana duelleranno nel tentativo di dimostrare chi abbia in mano le carte migliori per restare al tavolo della zona europea; una prova complessa e disseminata di trappole ma, forse, qualcosa è cambiato.
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