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IL GRILLO PENSANTE – I significati di “Progetto”

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Lunedì 1 Febbraio 2021. Nell’istante preciso in cui l’orologio ha rintoccato lo scoccare delle ore 20:00 le flebili speranze di poter riammirare in maglia rossoblu un centravanti degno di tal nome sono evaporate all’istante, il calciomercato ha chiuso i battenti con la tanto agognata punta da doppia cifra sempre più somigliante al Godot di Samuel Beckett sebbene la disillusione, ormai penetrata nella tifoseria, abbia evitato stupori eccessivi. Il borsellino prosciugato dall’emergenza planetaria è un’attenuante che però non può giustificare una rincorsa infruttuosa da ormai troppe finestre di mercato, la lacuna (ormai celeberrima) proviene da periodi sconosciuti a pandemie e calamità simili.

 

Eppure, nell’ultimo giorno di mercato, fin dalla mattinata Sabatini e Bigon si erano prodigati come api industriose per realizzare un filotto di operazioni con effetti speciali; nell’etere venivano accostati al Bologna nomi tutt’altro che banali come Rugani e Niang, peraltro con un’insistenza tale da indurre a pensare che quanto bolliva in pentola non fosse figlio del solito chiacchiericcio evanescente ma di trattative concrete. L’aspettativa nella piazza cresceva parallelamente alle conferme delle varie testate giornalistiche, forse la rosa sarebbe finalmente stata puntellata a dovere; ma con l’avvicinarsi dell’imbrunire le notizie cambiavano tenore, il trasferimento di Rugani si era bruscamente interrotto per questioni economiche mentre Niang tentennava nonostante i contatti telefonici col suo ex-allenatore Sinisa Mihajlovic. Di fronte a tali difficoltà entrambe le piste sono state abbandonate e, sul filo di lana, si è materializzato l’acquisto dell’astro nascente Valentin Antov, ventenne capitano del CSKA Sofia (con il quale ha esordito in prima squadra a soli 14 anni) e molto probabilmente il miglior difensore del campionato bulgaro. Il giovane corazziere (187 cm) vanta già una ventina di presenze tra nazionale maggiore ed Europa League e il suo biglietto Sofia-Bologna costerà 500 mila euro per il prestito fino a Giugno con un diritto di riscatto (che diventa obbligo in caso di salvezza) fissato a 3 milioni.

Il blitz nei Balcani è di indubbio valore, Antov può rappresentare un investimento dalla grande resa futura ma non può edulcorare più di tanto il mancato arrivo del centravanti; sono partiti 3 difensori (Denswil, Calabresi e Paz) e ne sono arrivati altrettanti (Soumaoro, Faragò ed Antov), solo il tempo sarà giudice della strategia adottata e di quanto le recriminazioni potranno essere fondate. La realtà attuale racconta che i rossoblu stazionano al 15° posto in classifica con alcune dirette concorrenti che si sono notevolmente rinforzate (Cagliari e Genoa sembrerebbero non c’entrare più nulla con la zona pericolosa, il Parma ha comprato in quantità e qualità) ed altre che hanno mosso qualcosa (Udinese, Torino e Crotone) ma, a meno di drammatici risvolti, si confida che il Bologna non debba ritrovarsi a lottare nelle sabbie mobili della retrocessione.

 

La delusione per l’epilogo della finestra di mercato invernale ha provocato la reazione polemica di buona parte della piazza che, pur riconoscendo i meriti di Saputo, rivendica allo staff tecnico da lui legittimato l’incapacità di trascinare fuori dalla mediocrità i risultati della squadra. Le critiche sono piovute anche su un Walter Sabatini ben poco accondiscendente, addirittura “arrabbiato con la piazza”, specificando che il mancato ingaggio di una punta non deriva da motivi economici (scagionando quindi il Presidentissimo) ma dalla carenza di obiettivi che potessero realmente migliorare un reparto già completo (con il bene placido di Mihajlovic che, da un anno e mezzo, invoca disperato il rinforzo). In caso tracollo il Guru si assumerebbe la piena responsabilità rassegnando le dimissioni.

Appare quantomeno provocatorio rifilare una lettura del genere ad un appassionato sufficientemente attento, è fin troppo evidente che trattasi di un teatrino artefatto sfoderato a scudo di un’amministrazione che comunica con la tifoseria dalla parte opposta del fossato, posizione a cui rimane abbarbicata lanciando segnali controversi e confusionari. Sono tutti ben coscienti della buona fede e dell’impegno provenienti dal Canada ma incomincia a serpeggiare più di un dubbio sull’effettiva capacità di governance “italiana” dalla testa (Fenucci) in giù; il Covid-19 è una sciagura immane che però ha travolto tutte le squadre di serie A senza fare figli e figliastri, il Bologna naviga da 6 anni in acque che faticano a contemplare un briciolo di ambizione a prescindere dal clima economico. Una situazione talmente paradossale da evocare il rimpianto di un Mattia Destro rinato a Genova quando, per chi avesse buona memoria, l’attaccante ha dimorato a Bologna per un lustro e non per il tempo di un caffè, sciupando svariate occasioni di riscatto e di fatto auto-escludendosi dal “progetto”.

“Progetto”. Parola abusata e ciclicamente riproposta in chiave positiva per legittimare l’impossibilità di concretizzare in tempi più o meno rapidi un programma ambizioso…di certo, sotto le Due Torri, il significato di “progetto” assumerà una precisa connotazione in base ai risultati delle imminenti partite contro Parma e Benevento, delicatissimo crocevia che svelerà la reale direzione di un girone di ritorno attualmente indecifrabile.

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