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Bologna FC

IL GRILLO PENSANTE – I Tre Moschettieri

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Finalmente un po‘ di luce. Il Bologna vivacchiava faticosamente da fine Novembre quando vinse 1-0 contro il fanalino di coda Crotone e, a distanza di 48 giorni ed 8 gare senza vittoria, con il medesimo punteggio è riuscito ad avere ragione del sempre insidioso Verona riassaporando il sapore dolcissimo dei 3 punti.

Per riuscire nell’impresa è stato sufficiente un calcio di rigore di Orsolini in una delle sporadiche giornate in cui la porta rossoblu non è stata violata; per una compagine la cui natura è votata ad offendere (per segnare una rete più dell’avversario) che è però sprovvista di attaccanti col fiuto del gol diventa un’ottima idea blindare lo “zero“ nella casella dei goal incassati per centrare la posta piena, la truppa è organizzata ma cronicamente carente del guizzo e del mestiere indispensabili per infierire sull’avversario in modo decisivo. Sabatini e Bigon stanno lavorando alacremente per vestire di rossoblu una bocca da fuoco che giustifichi e non vanifichi l’enorme mole di lavoro prodotta dalla squadra; grandi speranze sono riposte in questa operazione ma, nel frattempo, è giusto ammirare l’erba del proprio giardino e compiacersi per l’ennesima conferma di quelle che sono diventati ormai due pilastri assoluti dello scacchiere di Mihajlovic: Tomiyasu e Schouten. Insieme a Soriano, già da tempo riconosciuto come pedina imprescindibile, formano i Tre Moschettieri che sotto le Due Torri brandiscono le armi migliori a difesa di Balanzone.

Il giapponese sembra possedere ben più degli ordinari 5 sensi, la sua reattività e la sua presenza “totale“ in ogni risvolto della gara sono tanto rare quanto preziose; un‘ autentica mosca bianca capace di possedere la fascia destra (zona in cui brilla alla massima intensità) con sconfinata personalità sia nel difendere che nell’attaccare, ma anche di ben figurare al centro della retroguardia grazie al tempismo e alla concentrazione di un autentico samurai.

Il buon “Jerdy“ è riassumibile in una frase che mister Mihajlovic ha già ribadito in più occasioni: “esiste un Bologna con Schouten ed un Bologna senza Schouten“, a sottolineare come la presenza dell’olandese influisca profondamente nell’intera struttura di squadra. A tratti disarmante per la calma e la precisione chirurgica con cui esegue anche le giocate più complesse, è un metronomo occulto, l’olio che permette a tutti gli ingranaggi di scorrere in modo fluido; la sua testa rossiccia è un conforto, basta guardare in mezzo al campo e lui è sempre lì a vigilare e a tessere le sue trame. Tomiyasu e Schouten sono indispensabili oggi e trasmettono speranza per il domani, sono i giovani baluardi su cui costruire un Bologna che possa tornare a far gonfiare il petto ai propri tifosi; questa stagione si è rivelato fino ad oggi un complicato percorso ad ostacoli avaro di gioie ma, se il nuovo arrivato Soumaoro saprà rattoppare una difesa eccessivamente fragile e a Casteldebole sbarcherà un bomber coi fiocchi, allora il girone di ritorno potrebbe riservare tutto un altro programma…magari, non ponendo limiti alla provvidenza, si potrebbe cominciare con lo sgambettare nel prossimo pranzo domenicale la Juventus del nuovo corso targato Andrea Pirlo.

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