Bologna FC
IL GRILLO PENSANTE – I Valori di Bologna
Il signor Calcio è mutato nel corso del tempo a braccetto con l’evoluzione del mondo in generale, ma è cosa ormai nota e mestamente sotto gli occhi di tutti che progresso non significhi necessariamente miglioramento. Così, mentre si contempla il signor Calcio rimembrando cos’era nei tempi passati e cos’è diventato, inquadriamo un moderno Pollicino che ha sparpagliato lungo il suo cammino frammenti di preziose reliquie etichettate dai nostalgici romantici del pallone come “valori”.
E’ stato smarrito l’Orgoglio di sfoggiare tra i propri ranghi fedelissimi campioni con la maglia tatuata nell’anima, non si spiegherebbe come Daniele De Rossi possa essere stato scaricato con disarmante semplicità e negligenza dalla superficiale dirigenza romanista.
E’ stata disseminata la Giustizia con il Buon Senso e l’Equità che dovrebbero governarla, non si giustificherebbero le sconcertanti decisioni emanate dalla Lega di Serie B in merito alla retrocessione del Palermo e alla manipolazione dei regolamenti che condannerebbero alla Lega Pro anche il Foggia meritevole invece sul campo di giocarsi una chance ai Play-Out.
E’ stato completamente disperso il Rispetto per chiunque non appartenga alla propria cerchia, non si potrebbe decifrare in altro modo come un rappresentante delle forze dell’ordine possa permettersi di apostrofare offensivamente e gratuitamente Sinisa Mihajlovic invece che svolgere con diligenza le proprie mansioni all’esterno dello stadio.
Si è dissolta persino l’Amore per la propria Storia, le origini della propria Identità, non esiste altra interpretazione nell’assistere alla mancanza di reazione della tifoseria juventina dopo la sfilata di Ronaldo & C. sul terreno dell’Olimpico con una maglia che nulla ha a che fare con il blasone della squadra più titolata dello Stivale. Ma dev’essere un difetto di fabbrica, anche la sostituzione dello storico simbolo della Zebra con un’improbabile “J” adattata dai santoni del marketing non aveva destato a suo tempo particolari dissensi.
Il signor Calcio è diventato cinico e calcolatore, indurito dall’età e corrotto dalla fame di ricchezza, ma Bologna riesce a conservare ancora la propria personalità, la fierezza per la propria maglia e per il proprio glorioso passato. Joe Tacopina ci aveva visto lungo a transennare lo stemma societario affermando che nessuno avrebbe dovuto e potuto calpestarlo, una delle plateali mosse da maestro di un personaggio che avrà avuto anche riflessi maliziosamente ruffiani ma che aveva fatto innamorare l’intera città per aver intuito l’orgoglio di un popolo con il rosso ed il blu tatuato nell’anima. Il nuovo settore marketing di Saputo aveva tentato temerariamente un paio di anni fa di convertire il colore dello stemma bolognese in un anonimo bianco e blu scuro per motivi prettamente commerciali, ma una sorta di insurrezione popolare aveva confinato ad una sola stagione il tentativo di restyling.
A Bologna si è conservatori, la tradizione è roba sacra, ma si è anche progressisti nel continuare a sognare, nel covare ambizioni e nel trepidare vibratamente; sono riemerse sensazioni positive, le 4 stangate al Parma è l’ultima soddisfazione di un periodo che ha riportato la gioia di gonfiare il petto, la squadra è viva, aggressiva, vorace, e che vinca o perda non si rannicchia in difesa ma assalta all’arma bianca. Dijks con un sorriso abbagliante a 32 denti insieme ai tifosi in curva è l’istantanea di una Bologna che torna a vivere di emozioni…quelle (purtroppo) si stavano un po’ perdendo, ma mai sono stati smarriti i valori veri…passano i calciatori e passano le dirigenze, ma quelli sotto le Due Torri resistono sempre.
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