Bologna FC
IL GRILLO PENSANTE – Il solito esame di maturità
Il campionato della truppa rossoblu si era interrotto malauguratamente dopo lo scintillante tris calato al Dall’Ara contro la Lazio, convincente reazione ad un periodo burrascoso culminato nella dipartita del guru Walter Sabatini.
Le turbolenze della vigilia avevano indotto Mihajlovic a mutare la pelle della sua creatura passando dall’abituale 4-2-3-1 ad un più classico 3-5-2, modulo che relegava in panchina tutte le ali offensive a disposizione favorendo una difesa più compatta ed una mediana più densa. Risultato: squadra solida, aggressiva ed intraprendente per un 3-0 finale convincente e senza compromessi, un’anima dalla pronunciata linea green tra i titolari (basti pensare che i marcatori Barrow, Theate e Hickey sono nati rispettivamente nel 1998, 2000 e 2002) ed il rassicurante rientro di Soumaoro il cui accantonamento si era trasformato in un rebus senza soluzione. Non poteva esserci banchetto più succulento dell’aquila arrosto per il pranzo domenicale di Balanzone.
Una vera disdetta che una reazione tanto impetuosa sia stata immediatamente bloccata dalla pausa per le nazionali; sarebbe stato provvidenziale cavalcare l’onda positiva, il timore che possa essersi spezzato il ritmo giusto è palpabile.
L’ottavo turno prevede la trasferta nell’ostile tana dell’Udinese; è il tipico esame di maturità, etichetta affibbiata ciclicamente ad ogni match che, se conquistato, può potenzialmente spostare il mirino verso obiettivi più altolocati ma che, in caso di sorte avversa, rispedirà direttamente tutti nella melmosa valle dell’umiltà. Mihajlovic affronterà la scorbutica e nerboruta formazione di Gotti schierando un Bologna dall’identità simile a quella vittoriosa 2 settimane fa ma, purtroppo, sia la difesa che il centrocampo saranno numericamente scarni a causa della dubbia disponibilità dei sudamericani Medel e Dominguez (rientranti in Italia sul filo di lana dagli impegni oltreoceano) e dagli infortuni di Bonifazi e Schouten.
Saranno presenti ma ancora esclusi dalla formazione titolare sia Orsolini che Skov Olsen, quest’ultimo reduce da un’altra prestazione da Superman con la nazionale danese mentre all’ombra delle Due Torri fatica tremendamente a svestire i panni di Clarke Kent; è doveroso rilanciare tali patrimoni tecnici ed è altrettanto legittimo escluderli se poco utili alla squadra come in questo avvio di stagione, le prossime settimane mostreranno se sia possibile ribaltare i giudizi poco entusiasmanti riscontrati finora.
La sensazione diffusa è che il Bologna sia una massa preziosa ma ancora instabile e che Mihajlovic sia l’alchimista intento a modellarne i contorni in cerca degli equilibri ideale; la roboante vittoria con la Lazio ha aperto una finestra su un percorso alternativo, forse solo parallelo a quello lasciato alle spalle che difficilmente verrà perso di vista ma ha introdotto varianti nella strategia apparentemente immutabile del tecnico serbo. Per comprendere se la via intrapresa sia effettivamente la più corretta, la gara di Udine sarà un bivio di importanza capitale, una tipologia di gara fallita troppo spesso per non infondere rinnovate speranze in caso di vittoria.
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