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Bologna FC

IL GRILLO PENSANTE – Qualcosa di speciale

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La trasferta di Brescia è stata un vertiginoso salto nel vuoto dove, a pochi metri dal suolo, si è aperto con un profondo sospiro di sollievo il paracadute e una trionfale scarica di adrenalina ha lasciato a fine corsa una sensazione affine all’invincibilità. La caduta libera del primo tempo non può però essere sottovalutata, sarebbe pericolosamente controproducente nascondere la testa sotto la sabbia; le neopromosse rondinelle hanno denudato impietosamente i limiti di una difesa argillosa (dove la sola assenza di Danilo non può diventare un alibi sufficiente), di una mediana accomodante (Medel maluccio, Soriano quasi latitante, Dzemaili impresentabile) ed in un reparto offensivo sostanzialmente impalpabile. Così i rossoblu sono rientrati negli spogliatoi con 3 ceffoni stampati in faccia, semplicissimi buffetti rispetto ai tuoni di Mihajlovic che via cellulare faceva tremare i muri del Sant’Orsola e del Rigamonti.

Il secondo tempo il Bologna è passato subito alla cassa per riscuotere una fiches del polposo credito arretrato con la Fortuna: Dessena si dimentica di aver concluso le vacanze marittime e il suo improbabile tuffo in area di rigore gli procura la seconda ammonizione, aprendo una provvidenziale Sliding Door all’interno della partita. Facendo tesoro della prima giornata col Verona, il Bologna sfrutta la superiorità numerica prendendo vigorosamente il Brescia per il collo e impattando con Palacio e la premiata ditta Poli-Denswil-Sabelli. La rete del sorpasso tarda ad arrivare per l’arrivo anticipato del periodo natalizio, i regali in prossimità della porta di Joronen si sprecano ma, nel finale, l’immortale Trenza apparecchia sontuosamente la tavola a Orsolini che sugella la sua ripresa maiuscola con la volè della vittoria. Tripudio assoluto, la remuntada è completata, ma c’è ancora il tempo per scialacquare qualche altra nitida occasione e soffrire in apnea fino al triplice fischio che catapulta il Bologna ad altezze vertiginose. Siamo soltanto sulla soglia del campionato e quindi sarebbe folle non piantare saldamente i piedi al terreno, ma esserci arrivati per secondi è adeguato motivo per annegare nel brodo di giuggiole…sensazioni per molti dimenticate, per tanti altri mai sperimentate.

Al rientro si fiuta nitidamente nell’aria lo zampino emotivo di Sinisa, capace di riempire con determinazione e temperamento le lacune su cui lo staff tecnico lavorerà per non farsi più trovare tanto impreparati; i giocatori, desiderosi di condividere con il proprio condottiero la vittoria strappata di forza, avvolti nelle tenebre dirottano il pullman in direzione Sant‘Orsola e si improvvisano festosi Romeo schiamazzanti sotto il balcone della loro amata Giulietta serba. Qualcosa più che una semplice squadra, in settimana Tomiyasu ha dichiarato di sentirsi in una famiglia. Quest’anno, forse, sarà davvero speciale.

Dopo 3 provinciali arriva il primo carico pesante, in un Dall’Ara che sarà stracolmo (come all’esordio con la Spal) sarà di scena una Roma lanciata a velocità supersonica dal doppio poker in campionato ed Europa League; la mano di Fonseca sembra già produrre frutti succosi, ma il Bologna farà gli onori di casa con i galloni della vice-capolista imbattuta…dopo aver sculacciato la Leonessa, l’idea è di far fare la stessa fine anche alla Lupa.

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