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IL GRILLO PENSANTE – Un cuore nuovo da azzeccare

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Nel bel mezzo di un infuocato campo di battaglia dove le contendenti si scannano a colpi di Lukaku e simili, il Bologna rifiata dopo l’iniziale sprint a cavallo tra Giugno e Luglio che aveva visto il tornello degli arrivi girare piuttosto vorticosamente. In realtà Sabatini e Bigon hanno soltanto apparentemente sonnecchiato; sotto traccia lavoravano (e lavorano tutt’ora) a sfrondare una rosa troppo polposa, modellando così il terreno fertile su cui piazzare il colpo grosso a centrocampo e imprimere un tangibile segnale di rafforzamento della squadra. Fino ad oggi il lavoro sulle uscite sembrerebbe decisamente ben fatto, l’incapacità cronica di vendere con profitto le pedine in esubero ha lasciato magicamente posto ad un’abilità di mercanteggiare che ha rastrellato nelle casse bolognesi oltre 15 milioni di euro dopo l’ultimo trasferimento in Premiership di Adam Nagy (2,5 milioni cash, pregevole plusvalenza su un giocatore scarsamente utilizzato).

 

Il calciomercato è però notoriamente disseminato di trappole e tranelli e, a guastare i piani rossoblu, ci ha pensato Pulgar che ha impugnato la propria clausola rescissoria per scollinare l’appennino e accasarsi alla Fiorentina. La vicenda rammarica perché il cileno era punto fermo e imprescindibile della squadra tipo di Mihajlovic, giocatore in progresso costante e atleta di alto livello (sempre ai primissimi posti dell’intera Serie A come chilometri macinati a partita), e la mancanza di tempestività nel “correggere” alcune condizioni del suo contratto lasciano l’amaro in bocca. L’addio è parzialmente mitigato dal fatto che la piazza di destinazione non sembrerebbe un imminente salto di qualità per la carriera di Eric e che quindi esisteva l’effettiva esigenza di cambiare aria (le paventate possibilità di Napoli, Milan o Siviglia avrebbero giustificato maggiormente la scelta), oltre al fatto che il Bologna incassa una corposa plusvalenza…ma il bicchiere mezzo vuoto si materializza all’istante se si visualizzano le cifre di questo mercato impazzito, l’assenza della clausola avrebbe consentito di incassare ben altri denari.

 

Inutile piangere sul latte versato, Pulgar appartiene al passato e assume invece un’importanza capitale il nome del suo successore; il centrocampo rossoblu perde il perno su cui sarebbe stato costruito l’intero reparto e, pertanto, non sarà possibile presentarsi al tavolo da gioco puntando ancora su incognite con potenziale più o meno elevato. Urge un punto di riferimento di comprovato valore. Gli scout di Sabatini & Bigon stavano da tempo scandagliando l’intero pianeta soppesando chi potesse essere il giocatore da affiancare al cileno, adesso saranno necessariamente due i centrocampisti da attirare a Casteldebole ed almeno uno di questi non potrà lasciare spazio ad interpretazioni. Si consideri anche che già il reparto difensivo ha le incognite Denswil e Tomiyasu chiamate a sostituire il dominante Lyanco ammirato sotto le Due Torri, il passato insegna quanto sia oltremodo rischioso affidarsi unicamente a troppi enigmi. Sabatini è però un vecchio lupo del mercato, ed è ben consapevole che per ampliare ed abbellire la casa servono innanzitutto muri portanti solidi e robusti. E Pulgar era uno di questi.

 

Il mese di Agosto sarà quindi decisivo per non sbagliare assolutamente nessuna mossa; gli intriganti investimenti per il futuro sono stati centrati ma ora il Bologna ha bisogno di un nuovo cuore pulsante…una scelta che influenzerà in modo cruciale la tipologia di campionato alla quale la truppa di Mihajlovic si iscriverà virtualmente.

 

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