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Il Milan al Dall’Ara, un tabù lungo quasi vent’anni

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Sono ormai ben diciannove anni che il Bologna non piega il Milan in casa propria. Fu un 2-0 firmato dalle reti di Fresi e Cruz nel marzo del 2002, e da allora, annate in B a parte, nelle sfide disputate al Dall’Ara al massimo il Bologna ha raccolto dei pareggi come miglior risultato. Viene da dire che soprattutto questa non è la stagione perché si spezzi l’incantesimo: i rossoblù segnano poco, hanno vinto solo una partita delle ultime dieci, e davanti si troveranno la squadra in testa alla classifica. 

Le ultime prestazioni della squadra di Mihajlovic però sono state incoraggianti. Vero che a Torino non ci fosse stato Skorupski il passivo sarebbe stato ben più pesante, ma forse questo Bologna sta facendo il massimo con ciò che ha. Dribblando infortuni, sfortuna, assenza dell’ormai indispensabile attaccante per il quale bisognerà aspettare ancora un po’. Di contro, arriva un Milan reduce da due sconfitte consecutive, lo 0-3 con l’Atalanta in campionato e l’eliminazione dalla Coppa Italia nel derby di martedì. Abbastanza per provare a incunearsi nelle magagne rossonere? Staremo a vedere.

Il Milan ha subito quattro sconfitte stagionali, e se nel derby la partita è stata segnata in parte dall’espulsione di Ibrahimovic e il 3-1 subito dalla Juventus è stato imputabile soprattutto alla serata di grazia di Chiesa, contro Atalanta e Lilla in Europa League i rossoneri sono andati sotto. Nel punteggio, nel gioco, nell’intensità. La sensazione è che il Milan può apparire fragile contro chi tiene il pallino del gioco con continuità e velocità, cose che al Bologna accadono solo a intermittenza. E di certo i rossoblù non hanno una rosa che possa permettere di tenere il passo delle grandi.

Ma queste ultime uscite del Milan possono essere state utili a Mihajlovic, ex allenatore rossonero che fu esonerato nell’aprile del 2016, per capire dove colpire. Per comprendere che i rossoneri hanno una vulnerabilità dentro le cui maglie il Bologna può incunearsi. Servirà un gran lavoro nella corsia di Theo Hernandez, stantuffo di Pioli, l’aiuto dei centrocampisti per ostacolare i tre rifinitori che presumibilmente l’allenatore parmense disporrà dietro a Ibrahimovic e la capacità di pungere in avanti. Già, Zlatan, che questa sfida avrebbe potuto giocarla a maglie invertite. E invece, salito alla cronaca per quanto accaduto con Lukaku nel derby, arriverà da avversario. All’andata, a San Siro, Ibrahimovic colpì, anche se il Bologna, nella ripresa, ebbe diverse opportunità per rientrare in partita. Sabato occorrerà fare questo e molto di più per poter iniziare il girone di ritorno nel migliore dei modi e spezzare quell’incantesimo lungo quasi due decadi.

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