Bologna FC
Il “nuovo” gruppo di Italiano, tra responsabilità e cultura del lavoro
L’eredità raccolta dal tecnico non era semplice, ma Italiano ha accettato responsabilità e ammesso le difficoltà. Ora il gruppo è maturo, allineato, e ha una “cultura del lavoro” premiata dai recenti successi in campionato.
Vincenzo Italiano si è preso, indubbiamente, una responsabilità enorme questa estate, accettando la sfida di sostituire Thiago Motta sulla panchina del Bologna. Di sfida si trattava, perchè in una piazza che prima non vedeva la Champions League da quasi 60 anni, continuare il percorso sulla scia dell’entusiasmo cercando di rispettarne attese e aspettative, non era un incarico semplice.
Il grande, storico, risultato ottenuto nella stagione precedente dalla squadra sotto la guida del tecnico italo-brasiliano, resterà negli annali. Ma anche accettarne l’eredità, con senso di responsabilità e determinazione, sempre portando con sé una visione chiara, precisa di gioco e il desiderio di continuare a far crescere il gruppo, è un traguardo che non merita di essere trascurato. E mettendo da parte i risultati, non positivi, raggiunti in Europa, è altrettanto evidente la crescita esponenziale non solo dei singoli, ma della squadra, specialmente nelle ultime settimane (scaramanzia a parte, a poche ore dal Torino), premiata anche dal bottino quasi pieno in campionato post Champions.
Eredità e responsabilità
«La panchina del Bologna non era facile, ma la soddisfazione più grande è stata vedere la disponibilità totale di questo gruppo fin dal primo giorno. Avrebbero potuto opporsi a qualche nuova indicazione, e invece si sono dimostrati straordinariamente recettivi. Questi ragazzi hanno una cultura del lavoro che mi fa impazzire».
Chi raccoglie eredità pesanti non può certo biasimare le bramose aspettative su di sè. Tanto meno, in un ambiente che prima sognava, e che in un’estate si è ritrovato a perdere pedine, certezze, e sogni. Tuttavia, le dichiarazioni di Italiano sono una testimonianza di quanto sia importante l’allineamento tra staff tecnico e giocatori, soprattutto quando si arriva a lavorare con una squadra già consolidata. E di quanto prendersi le proprie responsabilità, ammettendo le difficoltà, sia la migliore opzione possibile. Per il bene del gruppo.
Il gruppo e la cultura del lavoro
Uno degli aspetti che più entusiasma Italiano è l’approccio al lavoro dei suoi giocatori. Proprio questa “cultura del lavoro” così chiamata dal tecnico, ha reso possibile l’assorbimento delle sue idee tattiche e delle modifiche proposte dallo staff tecnico. Un atteggiamento non nuovo, ma finalmente propositivo, mai arrendevole, anche dei singoli, che ha permesso al Bologna di mantenere alto il livello di competitività e di adattarsi alle nuove richieste dell’allenatore in campo. E anche la classifica ora abbozza un sorriso, e legittima l’entusiasmo del tecnico.
Dopo un avvio di stagione in cui l’adattamento alle sue idee tattiche poteva rappresentare un’incognita, il Bologna ha saputo trovare continuità di risultati, confermandosi una squadra con una struttura solida e ben organizzata. Se con la Fiorentina ne è arrivato un assaggio, con i prossimi impegni la squadra avrà l’occasione di dimostrare ulteriormente il proprio valore. Ma fin qui, si può dire un “Bravo Vincenzo“, che nel fissare gli obiettivi mette tutti di fronte alle proprie responsabilità. A partire da sè stesso.
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