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“Il Petisso” ricorda Bruno Pesaola – 30 mag

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Pier Luigi Sgarzi in arte Il Petisso, che ci aveva rallegrato su questo sito con le sue pagelle esilaranti anche le più rovinose sconfitte del nostro Bologna, ci ha inviato questo suo bellissimo ricordo di Bruno Pesaola. A voi la lettura.

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Tutto d’un fiato

Come una boccata ad una nazionale senza filtro.

Quello era il mio primo Bologna anno 1975/76, oppure anno Id.S (primo anno dopo la cessione di Beppe Savoldi).

La mia vita da tifoso è stata questa. Tifo per il Bologna l’anno dopo che Savioldi viene ceduto al Napoli e per la Fortitudo l’anno dopo che il Barone smette di giocare.

Comunque quel Bologna fa innamorare un bambino di sette anni, il Bologna che come Inter, Milan e Juve non è mai andato in serie B, Tarzan Mancini in porta, il gringo Clerici davanti, Bellugi (che gioca per l’Italia) in difesa, Tazio e Franco due terzini che nessuno li ha, il cinno bolognese Chiodi all’attacco…. Ed in panca un signore, adesso si direbbe un “umarell” (cit. Masotti), sempre in giacca e con la sigaretta.

Uno che all’allenamento sì, ci andava, ma tanto inutile preparare la partita perché poi, in campo, la domenica,  dopo 15 minuti di partita aveva già capito cosa doveva fare.

E ci beccava.

Uno che quando gli si chiedeva “Pesaola, ma perché lei sta sempre fuori alla notte e non va a letto ?” rispondeva “perché devo pensare alla formazione di domenica”.

Uno che aveva anche giocato contro il Bologna. Ala destra. E che durante una partita con una nebbia che non si vedeva nulla le maschere (ora steward, ma ancor più maschere) decisero di fare entrare ai bordi del campo quei pochi spettatori perché potessero vedere meglio. E due cinni, seduti a ridosso della linea laterale, proprio in corrispondenza della metà campo sentirono urla ed applausi e videro un giocatore tornare indietro, verso di loro. E la palla messa sul dischetto di centrocampo. Il Napoli aveva fatto gol e chiesero a quel giocatore “chi ha segnato ?”. La risposta fu “Io”. Quel giocatore era Pesaola ed uno di quei due bambini mio padre.

Uno che passava le notti col Dott. Dalmastri (medico sociale del Bologna all’epoca) ed altri biassanot a giocare a poker, bere whisky e fumare sigarette.

Uno che abitava in Via Marconi e spesso al pomeriggio si faceva portare da Remo, il portiere dello stabile,  un paio di  sedie, si accomodava sotto al portico e giocava con chi gli capitava se la macchina che svoltava da via riva reno aveva la targa pari o dispari.

Uno che istintivamente ed irrazionalmente  hai in simpatia da bambino, poi crescendo capisci il perché. Perché adori le persone allegre, che prendono la vita con ironia, intelligenti, che con la vita ci giocano, la rispettano, la amano, ma la prendono anche un po’ per il culo.

Lo capisci dopo, ma da piccolo lo sentii.

Uno, il Petisso

Unico Petisso

 

Buon Bologna a tutti

 

pier luigi sgarzi (Petisso)

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