Bologna FC
Il punto di Guido De Carolis – 10 mar
La redazione di 100cuorirossoblu ha intervistato in esclusiva Guido De Carolis, giornalista del Corriere della Sera (Bologna), con cui abbiamo parlato dei progetti di Saputo e non solo. Inoltre, sabato uscirà il libro “Una FIFA del Diavolo”, di Guido e Gaia Piccardi, in tutte l’edicole d’Italia; si tratta di un thriller del pallone che racconta vent’anni di scandali, corruzione, mazzette e arresti che sono sempre rimasti nell’ombra del retroscena della FIFA.
Secondo lei, il Bologna che cosa ha in più e in meno rispetto le sue dirette concorrenti?
Se teniamo conto che l’obiettivo prefissato del club era quello della salvezza, il Bologna ha sicuramente più organizzazione a livello societario rispetto al Palermo, il Genoa oppure la Sampdoria. Si è visto che queste squadre, pur blasonate, rischiano di scendere di categoria senza un’adeguata società. I felsinei possono vantare di avere anche un ottimo allenatore e un eccezionale Direttore Sportivo, che ha lavorato bene scegliendo giovani talenti che sono emersi con il passare del tempo. Corvino ha creato il giusto mix, ricercando piccoli fenomeni come Donsah, Diawara, ha ripescato Destro, e combinandoli con veterani della serie A come Gastaldello, Brighi, Giaccherini e Brienza. In più, a questo club non mancano figure importanti manageriali, ad esempio Fenucci che è in costante contatto con il proprietario Saputo, sempre pronto ad intervenire a livello finanziario. Secondo me, il Bologna non ha nulla in meno le diretti concorrenti, e la classifica lo dimostra.
E l’inter invece?
L’Inter è sicuramente una squadra in ripresa, ha una tecnica migliore di quella del Bologna, perché il suo organico comprende giocatori di un altro calibro preparati al raggiungimento di un altro tipo di obiettivi. E’ una squadra che ha affrontato un profondo periodo di crisi tra gennaio e febbraio, ma il suo morale ha cominciato a risalire dopo la vittoria in Coppa Italia contro la Juventus e il successo contro il Palermo. Sembra aver ritrovato una propria identità, sia in fase d’attacco sia a livello di modulo di gioco. Mi aspetto una partita in cui l’Inter andrà all’attacco e la metterà sul piano fisico, ma il Bologna potrebbe ferire l’avversaria grazie ai suoi veloci esterni, siccome i terzini sono il lato debole dei nerazzurri.
Il Bologna ha segnato solo due reti nelle ultime sei partite, l’ultimo gol risale alla vittoria contro l’Udinese. L’attacco rossoblu sta attraversando una fase di calo, quali sono secondo lei le cause?
E’ una questione fisiologica, perché è normale che una squadra attraversi dei periodi di alti e bassi durante l’arco di un’intera stagione. Non è il caso di allarmarsi se i rossoblù non segnano per qualche giornata, non penso ci siano cause particolare che spieghino questo fatto. Quando si ha una formazione così giovane, nei momenti di difficoltà è più facile che i giocatori si lascino un po’ più andare e che si abbattino. Destro è un elemento fondamentale per la squadra, ma non ha ancora quella maturità che viene richiesta ad un centravanti, anche nelle situazioni di difficoltà.
Il Sassuolo è a +8, la Lazio a +2.. i rossoblù raggiungeranno i biancocelesti?
La Lazio è raggiungibile, il Sassuolo non credo perché ha già preso troppi punti di vantaggio rispetto il Bologna. Il modello seguito dal club neroverde penso sia quello giusto; è fisso al settimo posto, sta conducendo un campionato a testa alta schierando parecchi italiani in campo e la società è molto attenta al bilancio, puntando sempre su giocatori giovani o con ampio margine di crescita. Questa squadra se la giocherà fino in fondo per raggiungere l’Europa League, siccome è a soli 3 punti dal Milan e, per altro, ha anche lo scontro diretto a favore.
Il Milan ha posato gli occhi su Donadoni, il quale potrebbe ricevere anche una telefonata da Tavecchio per la Nazionale.
Se arriva la convocazione in Nazionale non c’è Saputo, Agnelli o Berlusconi che tenga, secondo me. Per un allenatore italiano è il massimo poter allenanare la formazione azzurra, quindi la vedo dura che il tecnico rimanga a Bologna se gli venisse proposta una cosa del genere. Invece, non credo che Donadoni voglia accettare un trasferimento in questo Milan, nell’attuale situazione. Sedersi sulla panchina rossonera è molto difficile al giorno d’oggi e Roberto ha sempre dichiarato di voler lavorare in un ambiente tranquillo.
Proprio da Casteldebole sta partendo la rivoluzione verso un calcio diverso; tra gli obiettivi prioritari del club c’è quello di cambiare la modalità di commercializzazione dei diritti TV. Cosa ne pensi?
L’attuale distribuzione dei diritti TV in Italia credo che sia profondamente sbagliata; basta guardare il modello inglese per rendersene conto. C’è un divario abissale tra quello che prende la Juventus e quello che prende il Bologna, il club di Saputo dovrebbe prendere circa tra i 30 e i 35milioni di diritti televisivi, ma con il nuovo contratto del prossimo anno dovrebbe prendere qualcosa in più, mentre quello di Agnelli riceve più di 100milioni. Non c’è paragone, anche perché per arrivare ad alti livelli i presidenti dovrebbero tirare fuori i soldi dal proprio portafoglio oppure rimarrà sempre indietro. C’è una ripartizione fatta al bacino d’utenza, che è una follia, e che è costruita su statistiche irreali. Ma questa è solo una stortura tra tante. Ad esempio, in Premier League, il Leicester, che è una squadra con il budget molto più basso rispetto a tante altre avversarie, è in vetta alla classifica a dispetto di Arsenal, Manchester City e United. Squadre minori hanno benefici maggiori in Inghilterra e a tutti viene data la possibilità di giocare con ottime risorse.
Nei prossimi giorni è attesa la risposta definitiva dela Soprintendenza per quanto riguarda il progetto di restyling del Dall’Ara. L’idea è quella di ridurre la capienza dello stadio e attualmente si parla di circa 25mila posti. Una riduzione così sensibile non rischia di compromettere la crescita del club? Potrebbe non esserci spazio per nuovi tifosi…
Credo che 25mila presenze sia la capienza giusta, forse anche un po’ troppo. Lo Juventus Stadium ha un impianto da 40mila posti e non sempre riesce a riempirlo tutto. Lo stadio più più pieno d’Europo è quello del Borussia Dortmund, che ha il 99,7% di presenze ad ogni partita. Quello dell’Udinese, impianto nuovissimo e dotato di 25mila seggiolini circa, è riuscito a fare il sold out solamente il giorno dell’inaugurazione contro la Juventus. Stadio nuovo non può essere sinonimo di pienone ad ogni match, può sicuramente aiutare ad attirare tifosi e sarà il primo passo per la crescita del club rossoblù.
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