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Il Punto sul Bologna – Ieri, Orji e domani

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Più che una partita, quella contro il Verona è sembrata un’interrogazione. E quelli che hanno portato l’argomento a piacere sono quelli che sono andati meglio. Tanto che Donadoni, nel ruolo di insegnante, alla fine non sapeva più se essere contento per la vittoria o incazzato per la disattesa di qualche elemento. Il Franti di deamicisiana memoria questa volta è stato Masina, messo in fretta e furia dietro la lavagna/panchina, prima che ci fosse un tracollo totale nella sua zona di campo. Ma ciò che è accaduto ieri sera si presenta, per il giovane terzino, come un corroborante bivio: o essere un giocatore qualunque (ridimensionando le attese di molti e del ragazzo per primo) e con un conseguente valore sportivo ed economico, o diventare quel calciatore a cui si ambiva fino a due anni fa. A lui la scelta. Esclusivamente a lui.
Se poi è stato il fuoricorso Palacio a portare in dote quella qualità “anziana” che regola i movimenti di almeno due reparti, sono state fondamentali le bizzarrie giovanili a far conquistare i tre punti nella cittadina del balcone.
Innanzitutto quella di Donsah, l’esempio tipico del luogo comune “è intelligente ma non si applica”. Perché quando va fuori giri, rispetto alle direttive del mister, ha una tensione all’affanno. Tutti hanno visto la precarietà di alcune giocate del ragazzo. Ma, altrettanto, tutti hanno visto quello “sbuzzo” impossibile che hanno solo i giocatori con grande talento. Tanto da far raccontare allo stesso rossoblù, al termine della gara ai microfoni di Sky: “Io ho un tiro strano; anche quando colpisco male la palla, quella va in porta”. Ah! Roba da ridere! L’argomento a piacere è, dunque, adeguato alle aspettative del prof.
Se il nostro domani risiederà così anche nelle “ciccate sostenibili” di Donsah, di sicuro l’elemento su cui puntare ha per nome l’accessibile Orji e per cognome il più difficoltoso Okwonkwo.
Perché vedere entrare un cinno con quella faccia seria lì, quasi metteva paura tanto era carica di volontà. E poi, mentre ancora da buoni Solone si discuteva della sostituzione del dinamico e fruttifero Destro, il ragazzo infilava il gol del pareggio. E quale reazione ti aspetti? Corsa verso la curva? Esultanza studiata? Gioia belluina e sfrenata, come molti suoi colleghi? Niente di tutto questo. Testa bassa, pallone sotto il braccio e di corsa a centrocampo per andare a prendersi l’intera posta. Allora ecco il brividino orgasmico che abbiamo provato tutti. Soprattutto, rammentando anche che solo due giorni prima il giovinotto aveva giocato oltre novanta minuti con la Primavera.
E alla fine, vederlo claudicante a bordo campo l’ha fatto entrare nell’epica. Nell’epica romantica di noi calciofili, dove in attimo si può diventare un eroe mitico o l’ultimo degli eretici ribelli.
Ma, intanto, godiamoci l’Orji, che del diman non v’è certezza.

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