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Il Punto sul Bologna – Il nodo da sciogliere

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Era inevitabile che la questione sarebbe risorta. Dalle prime parole di elogio da parte dell’appena arrivato Mihajlovic. E così ancora oggi e dopo quattro anni ci si ritrova di nuovo di fronte all’enigma Destro. Un enigma che sembra quasi creato artatamente affinché a Bologna non manchi mai un tema di discussione. Perché l’attaccante di Ascoli è perfetto per il ruolo. Spesso sorridente ma senza malizia nello sguardo. Garbato ma non invasivo. Sempre rispettoso nei confronti dei tifosi che lo amano, senza mai far sentire una parola di contrasto nei confronti di chi lo critica. Insomma, quello che un genitore vorrebbe ritrovarsi come genero (visto che sembra anche discretamente autonomo economicamente): un bravo ragazzo.
Questo essere “bravo ragazzo” è un valore che ancora ha presenza nella cultura bolognese. Perché un bravo ragazzo, in una comunità condivisa, è sempre un fattore di attenzione. Un’attenzione magari da mamma, ma pur sempre un’attenzione. E Bologna è stata mamma di tanti bravi ragazzi e brave persone: dall’indimenticato Giacomino (di cui oggi si ricorda il decennale dalla scomparsa) a Gabbiadini. Al di là dei valori tecnici di ognuno dei “bravi ragazzi” che ha frequentato la nostra città, tutti hanno lasciato una sensazione di piacevolezza nel ripensare a loro. E quando fanno bene con altri ti fa anche un po’ piacere. Un po’ come capita anche per Simone Verdi.
Ecco. Le caratteristiche primarie affinché potesse essere accolto nel migliore dei modi possibile erano evidenti: un bravo ragazzo che gioca bene il football. Tanto è vero che l’operazione di Corvino fu proprio quella: nell’anno del rilancio, Destro diventò il simbolo di questo Rinascimento in salsa felsinea.
Poi? Cosa è successo? Il ragazzo, vittima anche di qualche complicazione post-infortunio (quanto meno questa è parsa la situazione da lì in poi), ha visto sempre meno il campo. Da ciò, il bene (nel senso finanziario) del Bologna si è depauperato per poi risollevarsi e così via alla dritta. Alternando buone prestazioni a qualche più discutibile, ma sempre con pochi minuti concessi. Ed è questo il fattore che spesso rischiamo di dimenticare: la mancanza di continuità è un danno. Lo è stato per Destro (che ancora oggi è decisamente divisivo in città) ma, soprattutto, lo è stato per il Bologna. Ma questo non è un segreto. Forse un po’ più criptiche sono le motivazioni di questa continuità. L’intera platea si è fatta delle idee, desumendo le poche parole che di volta in volta gli allenatori passati per Bologna riferiscono. Anche Donadoni, all’inizio, sembrava supportare la crescita del giocatore. Ma anche con Donadoni c’è stata tanta panchina e poca continuità.
E noi a farci le domande e a inventare risposte: è indolente (?), è scarso (?), non ha carattere (?)… Ma quanti di chi giudica il carattere di una persona la conosce così bene tanto da poterne, appunto, giudicare il carattere. Il carattere, un dato intimo e non necessariamente visibile correndo in pantaloncini su un manto erboso. O, comunque, con una visione decisamente parziale di conoscenza di un carattere. Atteniamoci dunque a ciò che abbiamo visto e che possiamo davvero giudicare. Ovvero, quello di cui si parlava: un’alternanza di prestazioni per mancanza di continuità che nessuno ha mai spiegato. Ed è questa la sofferenza vera, l’enigma: per quale motivo nessuno di chi conosce da vicino la situazione ed è delegato a parlare (un dirigente qualunque del Bfc) ci ha lasciato in realtà in sospeso? Nel tempo, sono state spese da parte della Società parole di elogio per il ragazzo senza che si sia riusciti a proteggere non lui ma il bene finanziario che rappresenta e su cui sono stati spesi i soldi di Saputo. Ecco, la falla aperta. E dannosa. Per il ragazzo e per il Bfc, per i tifosi e per i clienti. Per tutti quelli che hanno investito economicamente o moralmente e affettivamente nella nostra squadra.
Oggi il problema si ripresenta. Destro entra e segna. Bologna si divide in guelfi e ghibellini e tutta la città attende di capire se questo eterno nodo sarà sciolto.E se servirà a sciogliere il nodo più importante: ci si salva? Nel mentre, parliamone.

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