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Il Punto sul Bologna – Lo stimolo della PP

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Non c’è niente di eroico nel giocare bene per settanta minuti per poi perdere 0 a 3. Vero. Come è altrettanto vero, tuttavia, che molte delle critiche piovute sul Bologna nel precampionato non hanno in realtà basi solide su cui poggiarsi. Questo Bologna è una squadra interessante che ha larghi spazi per migliorare, a patto però che si cominci da subito. Ad esempio, non si può più vedere un gol come il primo preso dalla squadra di mister Donadoni; quel movimento lì, dell’attaccante che aggira alle spalle Masina e che si ritrova ad un metro e mezzo dalla porta per segnare non è più sopportabile. Ma è altrettanto vero che finché ha gravitato esclusivamente sulla fascia lo stesso Adam aveva giocato una partita molto buona e di grande sostanza nella fase di contenimento (era difficile pensare che contro il Napoli, il terzino potesse fare l’intera banda laterale). Così come non è sopportabile vedere la spocchia di De Maio all’entrata in campo (forse disturbato dal fatto che non fosse partito titolare) e, altrettanto, la giovanile arroganza di Pulgar (arroganza che gli ha fatto commettere un errore grave, prodromico al gol degli azzurri di Napoli). Ma anche in questo caso, si sta parlando di errori individuali che, pur cambiando la situazione creatasi fin lì, si possono eliminare o comunque risolvere con maggiore agilità rispetto ad errori esclusivamente tattici.

In sostanza, il Bologna ha giocato bene per settanta minuti fino a quando alcune leggerezze di qualche giocatore sono diventate determinanti al fine del risultato finale. Non si parla, dunque, di problemi strutturali, la casa al momento non trema. E questo grazie anche a due innesti che sembrano essere fondamentali per la crescita della squadra: Poli e Palacio.

Con il modulo ultimo scelto dal Dona, il Bologna sembra aver trovato una quadratura importante e la propria spina dorsale. Tutti i movimenti sono determinati da quelli del centrocampista e dell’attaccante; movimenti che vengono assolti dagli altri nove con pragmatismo e dal mister con gratitudine. Sì, perché la forza del Bologna, nel nostro immediato futuro sarà proprio quella di “assoggettarsi” a chi la serie A l’ha fatta e la sta facendo ormai da molto tempo. E Poli e Palacio, Palacio e Poli, sono due che in campo parlano con sapienza e si sbattono come se fossero due ragazzini volitivi. Tanto che mi verrebbe da dire che si sia trovato il sostituto di Dzemaili: perché, ai fini del miglioramento della squadra, la coppia Poli-Palacio sono il “sostituto” ideale dello svizzero.

Ma può il Bologna presentarsi anche contro la Fiorentina (e le prossime a venire) con lo stesso modulo? Forse sì. Ma ciò che importa veramente, nell’occupazione di spazi e nei movimenti susseguenti e coordinati, è quella spina dorsale che si sta formando e che potrebbe garantire la giusta personalità al nostro amato Bologna.

In conclusione, Poli e Palacio potrebbero farci arrivare al punto desiato. Quell’upgrade che si aspetta da tempo e che ci farebbe guardare con lo stesso senso critico sì ma con meno astio, la possibile evoluzione. 

 

Ed è bello avere questo stimolo, osservando la squadra. Lo stimolo della doppia P. Lo stimolo della PP. L’importante è non fare calcoli.

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