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Il Resto del Carlino – Anche a Bologna Sinisa continua a far crescere i giovani.

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”La carta d’identità non conta. Esistono i giocatori bravi e quelli meno bravi, con più carattere e meno carattere”. Questo il pensiero di Sinisa Mihajlovic.
E la conferma di ciò è arrivata proprio domenica, nella partita contro l’Inter, quando sia Juwara sia Barrow sono andati a segno.

I due giovani gambiani non sono certo i primi giovani che Sinisa ha saputo far crescere e poi far esplodere, soprattutto da quando siede sulla panchina del Bologna.
Segno che il tecnico serbo, con i giovani calciatori ci sa proprio fare. Ne ha fatto una filosofia calcistica, e anche di vita.

Del resto la sua esperienza da calciatore parla chiaro.
A soli 22 anni vinse la Coppa dei Campioni con la Stella Rossa di Belgrado, ed era già nella Nazionale della Jugoslavia.

D’altronde, Sinisa Mihajlovic è lo stesso che, quando giocava nella Roma, andò dritto dritto dal suo allora allenatore Vujadin Boskov a suggerirgli di far debuttare un certo ragazzo di nome Francesco Totti.
”Mister, dai, fai entrare il ragazzino”. Queste le parole di Sinisa all’ex allenatore giallorosso, mentre la Roma stava vincendo per 2-0 in quel di Brescia.

Quello fu l’inizio di una bellissima amicizia, ma anche di una rivalità.
Mihajlovic e Totti furono a lungo avversari, Francesco nella Roma, Sinisa nella Lazio. E che rivalità!

Ma non solo Totti.
Mihajlovic ha saputo dare fiducia a tanti ragazzi nel mondo del calcio.
Uno su tutti: Donnarumma.
Sinisa lo fece esordire nel Milan a soli 16 anni.
Questo nonostante l’allora presidente rossonero Berlusconi manifestasse seri dubbi a riguardo.
”Presidente mi cacci. In caso contrario Gigio gioca titolare”. Questa la risposta di Mihajlovic.
Sinisa lo preferì a Diego Lopez, il quale solo pochi anni prima era titolare nel Real Madrid di Casillas.

Firenze e a Torino, Sinisa ha avuto il merito di far esplodere il giovane Adem Ljajic.
A Torino giocavano titolari Edera e soprattutto Lyanco, giocatore che i tifosi del Bologna rivedrebbero molto volentieri sotto le due torri, e che sembra essere sempre un obiettivo del mercato rossoblu.
Anche Davide Calabria entrò stabilmente in prima squadra nel Milan grazie a Sinisa.
Ci fu poi il caso di M’baye Niang. Giocatore dall’indiscusso talento, ma che purtroppo non ha saputo assecondare le sue potenzialità. Anche lui venne scoperto proprio dal tecnico serbo, ai tempi del Milan.
La lista è ancora lunga: Obiang Mustafi, quando allenava la Sampdoria, e proprio a Genova Sinisa scoprì lo sconosciuto Soriano; ancora, Martinez Silvestre ai tempi di CataniaBabacar alla Fiorentina.

(Fonte: Il Resto del Carlino – Marcello Giordano)

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