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Il Resto del Carlino – Barrow «Abbiamo grande voglia di migliorarci»

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Per Il Resto del Carlino Gianmarco Marchini ha intervistato Musa Barrow, giocatore arrivato al Bologna nel gennaio 2020 e capace da subito di entrare nei cuori di tifosi e compagni. L’inizio di stagione non è stato dei più facili, ma come già successo in passato, è pronto a risollevarsi e provare a rispondere sul campo.
Le prime domande non possono che essere su Mihajlovic, allenatore con cui l’attaccante ha avuto un rapporto speciale: Barrow ho sottolineato subito quanto l’ex mister lo conoscesse bene e che se lui lo definiva troppo sensibile aveva sicuramente buone motivazioni per farlo, per poi dichiarare l’enorme gratitudine, dal momento che «lui mi ha voluto in un momento particolare del mio percorso, quando dovevo crescere» e ha attribuito al lavoro fatto insieme i meriti dei suoi miglioramenti. Parlando dell’addio ha detto di aver provato a scrivergli, ma di non essere riuscito a trovare le parole e aver quindi desistito, ma affermando che entrambi sono consapevoli del ben reciproco e quanto il loro sia stato un rapporto bello fatto di scherzi e positività. Il pensiero finale è un bell’auspicio «sono sicuro che ci rivedremo presto e quando ci riabbracceremo sarà come sempre».
Da un allenatore all’altro: la conversazione si sposta su Thiago Motta. Cercare di «essere un gruppo» è il primo obiettivo che Barrow ha identificato nel metodo di lavoro del nuovo mister: ha sottolineato, infatti, come questo senso di unità sia alla base sia della mentalità, dove tutti devono aiutare e il gol non è il gol di un singolo, ma della squadra, così come nella tattica dove se uno perde palla «subito devono reagire tutti» per poi in attacco aspettare il momento giusto. Per il giocatore ex Atalanta questa tipologia di lavoro è simile a quella di Gasperini, suo allenatore proprio alla Dea.
Un interrogativo che da sempre aleggia attorno a Barrow è la sua posizione in campo e lui, dopo aver sottolineato come Motta non gli richieda un particolare adattamento a posizioni non sue, ma solo di giocare insieme «con lo stesso obiettivo», ha affermato che a lui piace giocare il più vicino possibile alla porta, ma che «sono sempre disponibile a stare dove vuole il mister», perché, da giovane qual è, vuole giocare, essere disponibile e non può dire di no a qualcosa.
Sulle sue prestazioni ha dichiarato che a fine stagione saranno il suo rendimento e i suoi numeri a parlare per lui e che l’esultanza dopo il ritorno al gol contro la Fiorentina era puramente liberatoria, ma non aveva un referente particolare, «non volevo zittire nessuno». Barrow ha affermato poi di stare bene e di essere «convinto di poter fare un buonissimo campionato per aiutare il Bologna», ma che, anche quando le cose non andavano, non ha mai cercato scuse per giustificare il suo rendimento.
Ha risposto poi alle domande sui suoi punti di riferimento: il cugino Aliyu che vive con lui a Bologna, a cui è legato come a un fratello e che fortunatamente si è ripreso dopo aver contratto tempo fa il Covid in maniera grave, la madre a cui attribuisce i meriti per essere riuscito ad arrivare dove è ora e i tanti che lo hanno aiutato nel mondo del calcio, troppi per fare un solo nome, perché in ogni squadra ti crei «un piccolo mondo». In rossoblù, però, ha ritrovato, dopo l’esperienza all’Atalanta, Sartori che «mi sprona, mi dice sempre: puoi fare tanti gol» e, a proposito di gol, ha poi affermato di voler provare a battere il suo primato stagionale di reti e realizzarne 10.
Sulle voci di mercato Barrow ha confermato di essere stato vicino al Torino in estate, ma è felice di essere rimasto e di pensare «solo a fare bene per il Bologna». Nonostante si sia parlato di un possibile obiettivo 50 punti, quello che trova più importante è «crescere come squadra, migliorare di gara in gara» ed è convinto si possano fare ottime cose visto che «tutti noi abbiamo una grande voglia di migliorarci».
Infine, Barrow parlando del match di domenica contro la Juventus si è detto sicuro che la squadra giocherà un bella partita, perché quelle con le grandi sono «le più facili da preparare e le più belle da giocare», oltre che quelle in grado di svoltarti una stagione intera.

(Fonte: Il Resto del Carlino – Gianmarco Marchini)

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