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Il Resto del Carlino – Bologna allenato dal miglior Mihajlovic, in aumento il valore di Pulgar

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La media di 1.66 punti a partita di questo Bologna rappresenta il miglior rendimento su una panchina di Serie A di mister Sinisa Mihajlovic. Cinque vittorie in sette partite non le aveva ottenute nemmeno al Milan, al Torino o alla Fiorentina, squadre il cui obiettivo non era di certo la salvezza.

Nemmeno durante la stagione 2009/2010 al Catania, quando Sinisa raccolse la squadra dall’ultimo posto con 9 punti: a maggio perfezionò il capolavoro regalando ai siciliani, oltre la salvezza, il tredicesimo posto a quota 45 punti. Oggi, se mantenesse questo ritmo fino alla fine, Mihajlovic chiuderebbe il campionato a 42 punti, gli stessi del Bologna 2015/2016 al ritorno in serie A, quella che resta la miglior performance dell’era Saputo.

Quasi fisiologico che, con questi numeri da record, il suo futuro in rossoblù sia, come da sua ammissione, “incerto”. Dopo il 3-0 alla Sampdoria, mister Mihajlovic ha aggiunto: “essere ambiziosi è una bella cosa, io sono sempre ambizioso”. Sembrava quasi un messaggio in codice a Saputo: se a giugno anche Joey tornerà ambizioso, investendo di più sulla squadra, allora due ambizioni potrebbero continuare a viaggiare in coppia.

 

Ora apriamo il capitolo Erik Pulgar: se gol all’attivo, primo marcatore della squadra insieme a Santander, che hanno portato alla squadra 15 punti. Certo, qualcuno potrebbe obiettare che se il miglior attaccante della squadra è un centrocampista che ha trasformato cinque rigori e una punizione, allora vuol dire che la squadra in attacco ha dei problemi. Ma la sterilità dell’attacco non sposta di una virgola i meriti del cileno, anzi: nei quarantuno giorni cha hanno permesso ai rossoblù di ribaltare la stagione, c’è la firma a caratteri cubitali di Pulgar, con tutto quello che ne consegue in termini di aumento di valore, non soltanto economico. Erik, che l’estate scorsa sembrava ascoltare eventuali interessamenti e ha risolto lentamente il nodo del rinnovo, ha una clausola rescissoria fissata a 15 milioni (era stato il modo per trovare un più o meno comune accordo tra società e agente sulle condizioni alle quali un giorno il ragazzo potrà partire, se vorrà). 

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