Bologna FC
Il Resto del Carlino – Bologna, Maifredi sogna: «Se Motta resta a Bologna, può puntare oltre la Champions League»
Motta come Maifredi, due allenatori rossoblù che hanno conquistato il pubblico di Bologna giocando un calcio esteticamente apprezzabile e che hanno fatto sognare in grande il pubblico rossoblù. Nel 1990, Maifredi lasciò Bologna per andare alla Juventus, oggi secondo le indiscrezioni che corrono velocissime Motta potrebbe ripetere quella scelta ma non secondo l’ex tecnico rossoblù: «Penso che se le strade di Thiago e del Bologna a Giugno dovessero dividersi, la sua collocazione più logica sarebbe alla guida di un PSG o un Barcellona, grandi club di cui Motta ha già respirato l’aria».
Bologna, aria di Champions
Intanto, però, c’è un campionato da finire con un sogno da far diventare realtà: il Bologna in Champions League. Un pensiero stupendo, per citare un brano musicale, che Maifredi accoglie quasi con “impazienza”: «Finalmente. Ero un po’ stanco di assistere a campionato fotocopia con salvezza tranquilla. Bologna meritava di più». Il sogno è nato, di fatto, quando in rossoblù è arrivato Giovanni Sartori che poi ha scelto Thiago Motta per la panchina del Bologna: «Due anni fa è arrivato il mio amico Giovanni Sartori che non sbaglia un colpo. Saputo c’è da 10 anni ed è una garanzia di solidità. E poi c’è Motta che ha fatto decollare la squadra. Società, allenatore e direttore sportivo, quando queste tre componenti funzionano, allora si può pensare in grande».
Maifredi sogna
Secondo l’ex tecnico rossoblù il sogno del Bologna non deve fermarsi solo alla Champions League. Motta deve rimanere perché le possibilità di questa società sono davvero importanti: «Quando io lasciai Bologna, c’era Corioni che aveva fatto il massimo per le sue possibilità. Ora c’è Saputo, un gigante per cui nulla è precluso – dice Maifredi, immaginando di dover fare lo stesso discorso a Thiago Motta per provare a convincerlo a rimanere a Bologna – Se un allenatore sposa Saputo e lo attrae con risultati, crescita dei giocatori e idee di gioco, allora può anche convincerlo ad allargare i cordoni della borsa per allestire un Bologna in grado di lottare per lo scudetto». Infine, Maifredi sconsiglia Torino al tecnico italo brasiliano: «Torino, se mai quella fosse la sua scelta, non è Bologna. Non pensi, andando là, di trovare un Paradiso…».
Zirkzee, l’asso del Bologna di Motta
Questo Bologna è il Bologna di Motta, non ci sono dubbi. Gioca il calcio che piace al tecnico, il gruppo è unito e questo è merito dell’allenatore. In più, secondo Maifredi, ha un giocatore che nessun altro ha: «Zirkzee. Ha un fisico statuario e si muove come un ballerino, facendo cose da fuoriclasse. Mi chiedo come mai queste qualità enormi fossero fin qui nascoste. Ma il calcio è così: trovi l’ambiente giusto ed esplodi. In questo Bologna è speciale – dice l’ormai ex allenatore bresciano, che poi continua spiegando perché Bologna è speciale – Sa farti crescere come poche altre piazze. Anche un allenatore, se vuole diventare grande, deve sedersi sulla panchina del Bologna. È una città che ama il bel calcio e il buon vivere. Se riesci a portarla dalla tua parte, ti adotta per sempre».
Calafiori come il Mitico
Provando a rivedere nel Bologna di Motta, quello di Maifredi, è difficile fare dei paragoni. Tuttavia, quel Bologna che nel 1990 arrivò a qualificarsi per la Coppa UEFA aveva in Renato Villa, il Mitico, oltre che il suo capitano anche il suo totem della difesa. Un po’ come può essere oggi Calafiori?: «Al di là delle doti tecniche sopraffine, Calafiori mi sembra che abbia la stessa determinazione di Villa. Oggi nel panorama dei nostri difensori brilla una luce speciale. Se Spalletti non l’ha chiamato è perché serve di più all’under 21. Ma negli anni a venire sarà il titolare fisso dell’Italia. Anche in questo caso, grazie alle sue doti, grazie a Bologna».
Fonte: Massimo Vitali, Il Resto del Carlino
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