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Il Resto del Carlino – Bologna, tutto nelle mani di Thiago

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Ora è tempo di guardare solo al campo. Al di là delle possibilità di perdere o meno Musa Barrow, per il Bologna è momento di guardare al girone di ritorno. Il girone è partito benissimo, vittoria contro lo Spezia e quota 26 punti in graduatoria. Ma il Bologna può guardare ancora avanti, è tutto nelle mani di Thiago Motta.

MERCATO SUFFICIENTE. La richiesta di Thiago Motta sul mercato era quella di rinforzare almeno le fasce in difesa. In particolare, quella sinistra, dove né Lykogiannis né Cambiaso avevano dato garanzie tecniche. Richiesta soddisfatta dall’arrivo di un altro greco, Georgios Kyriakopoulos. Un mercato tutt’altro che spumeggiante, ma tant’è.

AMBIZIONI LIMITATE. Nell’era Saputo erano stati solo due i mercati invernali nei quali si era deciso che per cambiare passo era necessario spendere: nel 2019 e nel 2020. Se nel 2019, il cambio di passo portò alla salvezza miracolosa con Sinisa, nel 2020 Il Bologna non riuscì a ripetersi. Oggi, complici le disgrazie della Juventus, esiste la possibilità concreta di poter raggiungere un posto nelle competizioni europee. Ma il Bologna ha deciso di non investire sul mercato in quest’ottica. I rossoblù hanno soddisfatto le richieste dell’allenatore, che ha ottenuto l’unico vero obiettivo e ha lasciato andare Vignato e Kasius, da tempo fuori dal progetto. Se il mercato è stato appena sufficiente per rispondere alle richieste di Motta, dovrà essere lo stesso tecnico rossoblù a valorizzare le risorse a disposizione. Se il tecnico dovesse continuare con la sua media punti potrebbe avvicinarsi alle imprese dei primi sei mesi del secondo Mihajlovic bolognese.

NELLE MANI DI THIAGO. D’altronde, dice Massimo Vitali sull’edizione odierna de Il Resto del Carlino, è un po’ anche colpa di Motta. Il tecnico ha rimesso in piedi la baracca a tempo record e cominciato a fare punti dopo poche giornate dal suo insediamento. Motivo per cui non è probabilmente sembrato necessario un sacrificio in più sul mercato per coltivare nei prossimi sei mesi, ambizioni europee. Ambizioni perlopiù coltivate da una grossa fetta del tifo, ma non dalla proprietà che per ora si accontenta di stare alla larga dalle zone pericolose della graduatoria. Allora sarà compito del tecnico, come fu per Donadoni e Mihajlovic, cercare di rendere migliore questo Bologna, tanto migliore da raggiungere magari un settimo posto che potrebbe voler dire Conference League.

 

Fonte: Massimo Vitali, Il Resto del Carlino

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