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Il Resto del Carlino – Calabresi: “Negli ultimi due mesi ho vissuto emozioni intense”

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Arturo Calabresi, come ‘figlio di…’, magari sarà stato influenzato in quel di Roma, dove il padre – romano, romanista e famoso attore – lo ha fatto innamorare della maglia giallorossa: “A cinque anni, la stagione dello scudetto, andavo già all’Olimpico con lui. Ho anche un fratello che si chiama Agostino, in onore di Di Bartolomei”. Anzi, no. In famiglia i ruoli sono sempre stati molto distinti: “Qualche volta è toccato a lui essere ‘padre di…’, e penso non mi parli una settimana se dico che vorrei vincere lo scudetto a Bologna al posto che lui vinca un’Oscar”. Quest’estate, però, “dopo che la Lupa mi ha accompagnato nella mia crescita e mi ha supportato, non ha creduto in me nel momento in cui ha dovuto fare una scelta”.
E Arturo, una scelta, l’ha dovuta prendere a sua volta: “Ho capito che, nel momento in cui sfumava la possibilità di indossare quella maglia, o mi distaccavo da quei colori oppure sarebbe diventato un limite per la mia carriera”. Nulla di più giusto, sia per lui che per il Bologna.
Sto vivendo emozioni fortissime, ma con razionalità ed equilibrio. Bisognerebbe chiedere alla Roma se si stanno mordendo le dita per avermi venduto a 200mila euro, io non ho avuto tempo per pensarci”.
Il caso ha voluto che l’ex mezzala (“Mattioli mi mandava spesso in tribuna, ma con Sandro Tovalieri, agli Allievi Nazionali, ho cominciato a fare il difensore”) esordisse proprio contro i capitolini: “La sera prima sono andato a dormire sereno perché non avevo la certezza di giocare. Inzaghi non mi ha detto nulla perché già il fatto di mettermi titolare significava che avesse fiducia”.
La stessa fiducia che gli ha dimostrato dopo l’errore sul 2-2 del Sassuolo: “So benissimo che questo mestiere ha due facce, ma non mi farò condizionare da questo”.

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