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Il Resto del Carlino – Fenucci e un calcio da dover cambiare

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Diverse le soluzioni avanzate per l’affaire calcio nella giornata di ieri in Sala Borsa, alla presentazione del libro “Le nuove guerre del calcio” scritto dal giornalista Marco Bellinazzo, che per l’occasione ha ospitato numerose personalità provenienti dal mondo dello sport. Tra gli altri, il presidente della Lega Volley Massimo Righi, quello della Lega Basket Umberto Gandini, nonché il presidente di StageUp Giovanni Palazzi e Claudio Fenucci.

L’incontro ha dato modo di aprire diverse discussioni in seno all’universo calcistico, legate prevalentemente alla questione della sostenibilità finanziaria e della perdita di appeal che sembra stia attraversando lo sport italiano. Come ricorda Fenucci, la preoccupazione delle proprietà americane (Saputo in testa) risiederebbe proprio in quest’ultimo punto, e l’unico modo per uscirne coinciderebbe con un intervento massiccio nel campo delle riforme e con l’introduzione di un salary cap.

Proseguendo, si è trattato il recente e spinoso caso juventino, che ha coinvolto i massimi piani della dirigenza, quindi l’assegnazione del Mondiale al Qatar con le relative zone d’ombra, e infine l’altrettanto complessa discussione riguardo la Superlega europea.

Il fulcro, tuttavia, è rimasto imperniato sulla distribuzione delle risorse, invocata in una misura più equa da Bellinazzo, a cui ha fatto nuovamente eco Fenucci; spiegando come il salary cap vada a configurare solo una delle mosse da attuare in quest’ottica, il dirigente ha cercato di dare una conformazione ancor più organica al suo discorso, citando tra le varie possibilità anche l’introduzione di playoff e la necessità di un maggior lavoro su territorio e senso di appartenenza. Allo stesso tempo, ancora Fenucci ha dichiarato la propria responsabilità così come quella dei suoi colleghi circa la scarsa voce e progettualità da sempre fatta pervenire in Lega.

In sintesi, il diktat da seguire sembra coincidere con quello targato USA, dove le risorse sono realmente distribuite in modo equo al fine di incentivare la competitività e l’equilibrio tra franchigie. Al contempo, però, ciò pare ancora terribilmente lontano dal presente dove – parola di Gandini – “tutti, indistintamente, dalla partecipazione al torneo generano perdite”.

(Fonte: Il Resto del Carlino – Massimo Vitali)

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