Il Resto del Carlino – Infortunio Orsolini, allarme sulle fasce: adesso tocca a Ndoye

Un fulmine a ciel sereno quello che ha colpito ieri a Casteldebole: Riccardo Orsolini ha accusato un risentimento ai flessori della coscia sinistra. L’esterno del Bologna verrà monitorato in questi giorni per capire meglio l’entità dell’infortunio, ma comunque le sensazioni non sono delle migliori. I medici temono di perderlo per circa tre-quattro settimane, con un rientro previsto verso metà dicembre se non oltre. Questo significherebbe dover affrontare le 5 partite contro Torino, Lecce, Salernitana e Roma (e forse pure quella con l’Inter in Coppa Italia) senza il miglior realizzatore in campionato della squadra, fermo a 4 reti insieme a Zirkzee. E significherebbe pure per Thiago Motta dover giocare all’incirca un intero mese con solamente due esterni di ruolo, Ndoye e Saelemaekers, dato che sarà fermo ai box fino a Natale pure Jesper Karlsoon per colpa di un infortunio al ginocchio destro.

Nella sfortuna, un’occasione

 L’unico che può approfittare di questa situazione è appunto Dan Ndoye. Lo svizzero è reduce da una buona prestazione con la propria nazionale contro la Romania, partita nella quale ha giocato titolare da mezzala sinistra. Nonostante la sconfitta per 1 a 0 (la Romania vincendo in casa si assicura il primo posto nel girone delle qualificazioni per Euro 2024) la prestazione di Dan risulta un’eccezione in quella che è una serata amara per la Svizzera, la quale adesso si trova in quarta fascia nei sorteggi. Ad ogni modo, adesso il ventitreenne rossoblù avrà spazio anche in campionato, probabilmente giocando a sinistra nel 4-2-3-1, con Saelemaekers che si sposterà sulla destra, ruolo in cui ha sempre giocato al Milan. Nei 639 minuti che gli sono stati concessi finora Ndoye non ha mai segnato, ma comunque ha lasciato intravedere buone cose in termini di atletismo, corsa e contributo sia in fase offensiva che in quella difesa. Per sostituire Orsolini però ci vorrà molto altro, ed ora tocca a Dan farsi trovare pronto.

Fonte: Massimo Vitali, Il Resto del Carlino

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