Bologna FC
Il Resto del Carlino – L’analisi di Maifredi: “L’organico del Bologna di Saputo non vale questa posizione in classifica”
Il Bologna di Saputo, dalla situazione Motta al calciomercato, è stato analizzato da Luigi “Gigi” Maifredi, ex calciatore ed ex allenatore di calcio che nella stagione 1987-1988 ha guidato i rossoblù alla vittoria del campionato di Serie B. Dopo numerose stagioni nei campionati minori, seduto sulla panchina di piccoli club, Gigi approda al Bologna di Corioni: in tre stagioni con i felsinei, Maifredi ha conquistato, nell’ordine, una promozione in A, un’ottima salvezza e la qualificazione in Coppa Uefa.
Di seguito, ecco alcuni spezzoni dell’intervista all’ex allenatore lombardo classe 1947.
Motta dovrebbe restare ma ha già capito che il Bologna farà un mercato guidato dalla necessità di incassare più di quanto spenderà. “Non è una bella cosa. Quando arrivò Saputo pensai che Bologna aveva trovato il presidente giusto per proiettarsi in un’altra dimensione: purtroppo non è stato così. Mi dispiace per i bolognesi, che dovranno accontentarsi di una salvezza quasi certa e nulla più“.
Però quest’anno il ‘più’ c’è stato eccome: nono posto e 54 punti. “Non so se l’organico valesse questa posizione in classifica. Senza dubbio Motta ha fatto un buon lavoro, ridando vitalità e bel gioco alla squadra“.
E finendo nel mirino dei grandi club. “Inevitabilmente prima o poi Thiago si siederà su una panchina importante. E rispetto a tanti colleghi ha un vantaggio: che i grandi club li ha conosciuti da calciatore“.
Nessuno lo sa meglio di lei, che in un anno solare rischiò di fare il salto dall’Ospitaletto alla Juve. “Andò così. Ancor prima che finisse il campionato di B che stavo stravincendo col Bologna mi chiamò Boniperti. Vado a parlare con lui a Torino e a un certo punto si apre una porta e compare l’Avvocato Agnelli. Gli dico: ‘Sarò banale, ma per me è un piacere conoscerla’. Mi facevano ponti d’oro, ma avevo un accordo con Corioni. C’era un contratto per altri due anni, lui non ne voleva sapere di mollarmi e io sentivo di avere un debito di riconoscenza nei confronti di un uomo che mi aveva permesso di fare un salto impensabile chiamandomi a Bologna. E poi, per l’appunto, c’era il fattore Bologna: il posto più bello del mondo in cui vivere e allenare“.
Dopo il passo indietro di Spalletti, quella del Napoli rischia di essere la sola panchina che dovrà trovare un padrone. “No, perché non sono così convinto che Allegri resti alla Juve. E Italiano resterà a Firenze? Vediamo, ma prevedo un bel valzer“.
Motta in teoria non dovrebbe ballare. “Per Motta sarà fondamentale la prossima stagione. Se potendo guidare la squadra per un campionato intero ripeterà le cose buone di quest’anno allora sarà pronto per una big“.
La sua crescita passa anche dalla capacità di allenare caratteri forti alla Arnautovic. Anche i suoi calciatori, per conquistarsi il posto, dovevano andare al massimo in tutti gli allenamenti? “Quando vedevo Villa tirare un po’ il freno capivo. ma c’era gente in gamba, come Marocchi e Stringara, che se in settimana non lavoravano il doppio degli altri in partita non rendevano. La morale è che un allenatore bravo deve innanzitutto capire il fisico e le teste dei calciatori che allena“.
Nel frattempo il Bologna di Saputo continuerà a restare nel limbo? “Io ho molta stima di Sartori. Uno che ha saputo cambiare la storia di Chievo e Atalanta può cambiare anche la storia del Bologna: sempre che lo facciano lavorare. Non riesco a pensare a un Sartori che si accontenti di fare un campionato da decimo o dodicesimo posto“.
(Fonte: Il Resto del Carlino, Massimo Vitali)
Continua a leggere le notizie di 1000 Cuori Rossoblu e segui la nostra pagina Facebook