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Il Resto del Carlino – Lampi di Skov Olsen, ma è troppo poco

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Il silenzio stampa di ieri è inequivocabile, la possibilità di perdere in casa della squadra più in forma del campionato ci poteva stare, così no, ma è un limite del Bologna quello dell’icapacità di limitare danni, ormai non ci si sorprende più di tanto. Intanto ll’appuntamento con la salvezza è doppiamente rimandato vista la vittoria del Cagliari, la terza consecutiva per gli isolani che si stanno togliendo dalle sabbie mobili della zona retrocessione.

Il Bologna ha ancora 7 punti dalla terzultima, ma qualcosa ancora manca, com’è mancato qualcosa nella partita di ieri: il Bologna dura 20 minuti e molto, se non tutto, passa dai piedi di Skov Olsen.
 
La partita di ieri parte anche bene, con Sinisa che chiede al suo Bologna la solita prova a tutto campo, nonostante la terza gara di fila in sette giorni, nonostante l’emergenza di questi giorni. Skov vince più volte il duello con il connazionale Maehle, produce un cross al bacio per l’arrivo di De Silvestri sul secondo palo, un filtrante per Soriano, prima di presentarsi due volte a tu per tu con Gollini che respinge.
 
Ieri esterno a tutto campo. Il danese ha speso molto, più del solito, avendo la costante di rientrare per recuperare e difendere, in una difesa che da tre diventava a cinque proprio con Skov e De Silvestri in fase di non possesso.
 
Il Bologna dura 20 minuti, o meglio è quanto ci mette l’Atalanta ad accende la luce con Muriel che trova una giocata pazzesca per Malinovskiy, i nerazzurri prendendo coraggio e diventa una sofferenza. Anche perchè il Bologna comincia ad andare in palla, commettere i soliti errori veniali nel tentativo di mettere una pezza a quello che sta succedendo. Un classico, i ragazzi di Sinisa sono scottati da altre prestazioni simili e nel cercare di limitare i danni finiscono per saltare tutti gli schemi: la maturità e l’esperienza aiuterà nel tempo i rossoblù.
 
L’Atalanta si diverte, il Bologna ne esce umiliato, con Barrow, uno dei giovani calciatori più produttivi d’Europa, dati alla mano, che non brilla. A brillare è Skov Olsen, anche se solo per 20 minuti, ma tanto basta per confermare il suo stato di forma, la sua ripresa psicologica dopo un primo anno passato da oggetto misterioso. Il giovane danese sta prendendo confidenza con il calcio italiano, è al suo secondo anno, che il terzo sia quello giusto come lo è stato per Svanberg?

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