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Il Resto del Carlino – Sabatini, tra l’amore per la città e il futuro del Bologna
Il coordinatore dell’area tecnica del Bologna Walter Sabatini si è aperto alla penna di Doriano Rabotti, per il Resto del Carlino. Non si è certamente sottratto dal commentare il momento della squadra in campionato, il rapporto con l’allenatore e i tifosi, fino ad aprire per un istante il taccuino su cui appunta le strategie per la prossima finestra di mercato. Ma in prima battuta si è lasciato andare ad una sincera dichiarazione di affetto per la città, alla quale confessa di essere profondamente legato e di sentirsi in debito nei confronti di Bologna.
L’ex dirigente di Roma ed Inter confessa come il sentimento che lo unisce alla città sia nato nell’estate del 2019 quando, in occasione dei 110 anni del club, ebbe l’occasione di leggere, su un palco allestito al centro di Piazza Verdi, poche righe di Pier Paolo Pasolini, che custodiscono però un intenso messaggio: “il calcio è l’ultima rappresentazione sacra del nostro tempo”. Il trasporto con cui vennero pronunciate queste parole, la voce rotta dall’emozione, lasciò intendere già allora come qualcosa si fosse acceso nel cuore di Walter Sabatini. Leggere uno dei più grandi poeti ed artisti contemporanei, originario di Bologna, nella piazza che per la città ha un significato culturale molto forte non può non aver scosso la persona che in quel momento si è sentita un tutt’uno con le torri, a pochi passi da lì, con San Petronio e con tutti coloro che popolano il capoluogo emiliano. Per questo viene naturale credergli quando afferma di voler restituire a Bologna quello che ha ricevuto.
Il trasporto con la gente però ha trovato sfogo anche in una accesa discussione con i tifosi, che il dirigente rossoblù non ha mancato di commentare. Si è dichiarato molto infastidito dalle pretese avanzate dai tifosi durante il mercato di gennaio a proposito dell’ingaggio di un nuovo attaccante. La rabbia verso quella frangia di sostenitori viene giustificata dalla sfiducia percepita nei confronti della squadra. Reclamare a gran voce un rinforzo in attacco è stato visto da Sabatini come una mancanza di rispetto nei riguardi dei calciatori che fanno parte della rosa. “Non era contro la piazza, era in favore della squadra. […] Prima di demolire Barrow devono demolire i miei polmoni, che già sono malmessi” afferma il coordinatore tecnico, con una scheggia di pungente ironia sulle proprie condizioni di salute.
Nel corso dell’intervista Walter Sabatini ha garantito come ci sia totale uniformità di vedute fra la società e Sinisa Mihajlovic. Le richieste del tecnico sono sostenibili e concordi con le possibilità della dirigenza. L’allenatore non ha mai preteso l’ingaggio di singoli calciatori, ma si è sempre limitato a fornire la descrizione del profilo tecnico necessario, lasciando ampi margini di manovra. “Noi vediamo il calcio come Sinisa e Sinisa lo vede come noi”. Il manager rivela come nella prossima sessione di calciomercato si vedrà costretto a sacrificare un pezzo pregiato della rosa sull’altare della contabilità societaria. Promette allo stesso tempo che i soldi in entrata dalla cessione di massimo due calciatori importanti verranno reinvestiti in 2-3 profili in grado di migliorare l’organico.
Concludendo il dirigente spende parole significative per chiarire l’importanza delle ultime dieci giornate di campionato. Nonostante il Bologna navighi in acque tranquille, con un margine di dodici punti dalla zona retrocessione, il messaggio che questa mattina i calciatori potranno leggere è esplicito: il posto in squadra per la prossima stagione andrà meritato. Nel caso di un finale di torneo insufficiente diverrebbe un obbligo intervenire in modo massiccio sulla rosa: chi non si dimostrasse all’altezza in queste settimane non potrebbe esserlo nel prossimo campionato.
Probabilmente un appunto così diretto è figlio di qualche segnale di eccessiva distensione dato dalla squadra che non ha fatto piacere alla dirigenza; come la partita di Cagliari o il primo tempo di Crotone. Se qualche giocatore fosse stato sfiorato dal pensiero di potersi rilassare una volta raggiunta la quota salvezza può abbandonare immediatamente questa prospettiva. Non sono ammessi cali di concentrazione. Ma forse ai calciatori per capire questo concetto è bastato ascoltare Mihajlovic nello spogliatoio sabato pomeriggio. A giudicare da come sono rientrati in campo il messaggio è stato recepito.
Fonte: il Resto del Carlino, articolo di Doriano Rabotti
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