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Il Resto del Carlino – Stasera il ritorno di Barrow a Bergamo
A Bergamo, si sa, tutti vogliono bene a Musa Barrow.
Quello di stasera sarà il ritorno di Barrow nella città che lo ha adottato quando lui, a soli 18 anni, ha lasciato la sua Gambia alla volta dell’Italia.
Sarà però un ritorno da avversario, per la prima volta.
Bergamo è stata una delle città italiane più colpite dal Covid-19, e Barrow ha sempre rivolto tante preghiere alla città.
Di certo l’Atalanta ci andrà a guadagnare in questa operazione di mercato, ma è anche vero che un po’ di rimpianto in fondo c’è.
Si, perché a Bergamo Musa Barrow ha lasciato un ricordo indelebile, che nessuno potrà mai cancellare.
Maurizio Costanzi, direttore del settore giovanile nerazzurro, è stato colui che lo ha scoperto, a Banjul:” Prima del giocatore viene il bravissimo ragazzo. Musa ha doti umane che lo rendono speciale”. Questo il suo pensiero sul giovane gambiano.
”Lo notai in una di quelle partitelle che vengono organizzate per scoprire i talenti, tra terra rossa, gramigna e polvere, dove i ragazzi si presentano con le maglie dei loro idoli. Lo vidi alcune volte a Banjul, dove era cresciuto, e mi colpì per due motivi: la facilità con cui trattava il pallone nonostante il fondo sconnesso, e la capacità di trovare soluzioni per la squadra; spesso invece i giovani africani giocano in modo individualista. Iniziammo un lungo percorso per fare i documenti, parlando anche con la sua famiglia, e a 18 anni venne a Bergamo.” Ha continuato Costanzi.
E proprio nella città bergamasca Barrow ha potuto mettersi in gioco, segnando diversi gol prima con Valter Bonacina, e dopo nella Primavera di Massimo Brambilla.
Fino poi ad arrivare, con largo anticipo, alla prima squadra.
”Nella Primavera aveva segnato qualcosa come 23 gol solo nel girone di andata, e fummo ben felici di vederlo passare nel gruppo della Serie A.” Queste le parole di Giancarlo Finardi, colui che guida il vivaio dell’Atalanta, e che segnò al Dall’Ara all’inizio degli anni Ottanta, nel 3-2 che vide poi premiata la Cremonese di Emiliano Mondonico.
”Quando Costanzi lo portò dal Gambia, insieme a Colley, capimmo subito di avere davanti un ragazzo dalla disponibilità eccezionale. Musa è solare, sempre allegro, capace di ascoltare e di imparare. Da noi faceva la differenza, cominciò bene in prima squadra, l’anno scorso, poi, con Zapata era inevitabilmente un po’ chiuso. Ma non è che l’Atalanta l’abbia scartato, anzi.” Continua Finardi.
A Bergamo, Barrow aveva l’alloggio alla Casa del Giovane, un convitto gestito dalla curia, dove i giovani vengono sempre seguiti in modo rigoroso, vengono controllati nei comportamenti e anche a scuola.
”Se un ragazzo cresce nel nostro vivaio, posso dire tranquillamente che quando esce ha valori importanti. In particolare sul piano umano.”
Proprio qui, Barrow aveva fatto la conoscenza di don Fausto Ramini, un sacerdote, che purtroppo ha perso la vita nella lotta al Coronavirus. ”Musa è musulmano, ma don Fausto era un santo, un prete di strada, cappellano del carcere, capace di trovare il dialogo con tutti. Non mi stupisce che Barrow gli abbia voluto dedicare il primo gol dopo la ripresa.”
Altri due suoi amici di Bergamo erano i tifosi Dino e Ornella. Lei, infermiera, è morta a causa del Covid-19: ”Con il marito andava tutti i giorni a vedere gli allenamenti delle giovanili a Zingonia ed aveva aiutato anche Barrow ad ambientarsi in fretta.” Ha spiegato Finardi. ”Se Musa fosse un po’ più cattivo sotto porta, potrebbe fare la differenza a qualsiasi livello.” Ha concluso, facendo capire di essere d’accordo con Mihajlovic.
”I tifosi sono molto riconoscenti a Barrow, ma purtroppo non potranno fargli la festa che merita, per via degli stadi chiusi.”
Ma Musa sa benissimo l’affetto che prova la gente di Bergamo verso di lui.
(Fonte: Il Resto del Carlino – Doriano Rabotti)
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