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Il successo rossoblù in tre punti

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Fonte: Bologna FC

 Sei. Sei vittorie di fila. Il Bologna si porta a casa il successo in casa dell’Atalanta e conquista il quarto posto in solitaria. Ma c’è molto più di questo. Le chiavi di questo spettacolare trionfo sono molteplici.

Approccio

La prima motivazione, forse quella che potrebbe sembrare più banale, ma che non lo è per niente: l’atteggiamento mantenuto dalla propria guida. Thiago Motta, ancora una volta, si è presentato nella sala stampa del Gewiss Stadium con una serenità e una calma degni di un allenatore che sa già come si vince. Non come l’orgoglioso tecnico di una sorpresa. Questione di mentalità. Comportarsi come dei vincenti, spesso, può essere un ottimo modo per iniziare a vincere.

Lavoro

Ma, ovviamente, non basta atteggiarsi. Anzi, per potersi guadagnare questo diritto c’è un aspetto fondamentale: il lavoro. Una dedizione quasi religiosa a fare bene il proprio lavoro. Nel post-partita Motta dice: «Le partite non vengono ribaltate per caso e io non credo alla fortuna, ma al lavoro». Detto, fatto. Il tecnico non si discosta mai da questa modalità. Neanche quando gli chiedono del futuro europeo della sua squadra. L’approccio è sempre lo stesso: una partita alla volta, un mattoncino dopo l’altro. E per Motta adesso c’è solo l’Inter. Ma anche i suoi giocatori sono perfettamente alla stessa pagina. E se tutta una squadra ragiona con un’unica testa e lo stesso battito cardiaco allora sì che sognare diventa possibile.

Profondità della rosa

E infine l’ultima grandissima arma a disposizione. Ogni buon allenatore sogna questa possibilità e Motta ne sta facendo l’uso migliore possibile: la quantità di qualità. Tanti giocatori a disposizione, tutti di ottimo livello, ma soprattutto tutti con lo stesso grado di voglia e di impegno. Il Bologna, nella gara di oggi, ha portato a casa i tre punti anche, se non soprattutto, grazie alla capacità che hanno avuto i cambi, Saelemaekers e Lucumi su tutti, di cambiare completamente volto alla partita. Il primo, con la sua straripante capacità di entrare nelle azioni e andarsi a prendere degli spazi improbabili tra le linee. Ieri entra con la giusta forma mentis e, infatti, si procura il calcio di rigore che capovolge l’inerzia della partita. Il secondo, per ciò che rappresenta. Tra lui, Calafiori e Beukema non esiste una riserva, sono tutti e tre titolari allo stesso modo, ma l’eccezionalità sta in due aspetti: la capacità di essere completamente intercambiabili, dando a Motta il gradito grattacapo di avere tre coppie di centrali titolari; e poi l’abitudine, senza eguali in Serie A, di essere delle eventuali soluzioni a gara in corso. Il subentro di Lucumì ieri sera non è una sostituzione conservativa. Anzi, dà quella verve aggiuntiva che serve per fare lo scatto decisivo e portare a casa i tre punti.

Fonte: Massimo Vitali – Il Resto del Carlino

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