Bologna FC
Il vecchio “fuorisede” ritrova Bologna: Thiago Motta e la sua Juve
Domani il testa a testa contro lo “stranino”: tra vecchi dissapori e questioni mai chiuse, la Juventus aspetta ancora la rivoluzione Motta
Sembra ormai un lontano ricordo il 23 maggio, quando il club rossoblù comunicò con una nota ufficiale l’addio dell’ormai mister bianconero: Thiago Motta non rinnoverà il suo contratto con il Bologna. Nemmeno un degno comunicato congiunto. Ognuno si fece il suo e Motta lo diede all’Ansa anziché all’ufficio stampa del club. I malumori erano ormai palpabili da tempo, la tensione scorreva nell’aria e i rapporti, se si può dire che si fossero formati, si erano sgretolati giorno dopo giorno.
Thiago Motta lascia il Bologna: un addio già scritto
Si è tanto parlato di “tradimento” (Cesare Cremonini lo definì “abbandono di minore”), ma si può tradire se non c’è amore? La città di Bologna ci aveva creduto e grazie a Motta tutti i cuori rossoblù avevano ricominciato a battere all’unisono, tutti uniti verso un traguardo che sembrava impossibile. Ma un rapporto si compone di due parti e l’altra metà della mela non era poi così entusiasta.
Con i vertici del club rossoblù, Thiago Motta aveva rotto tutti i rapporti ancora prima di andarsene. Rapporti appena formali con Fenucci e Saputo, rapporto teso con Marco Di Vaio e rottura definitiva ad aprile con l’agente Alessandro Canovi, prima ancora della qualificazione in Champions, e dunque un mese prima di quell’inutile incontro con Saputo per ufficializzare l’addio.
Fuga da Bologna: quel mercato maledetto
I dissapori arrivavano dal reparto acquisti: se Thiago fosse rimasto, il Bologna non avrebbe fatto un mercato così. E chi meglio di Karlsson ne sa qualcosa. È quello che disse apertamente il suo entourage, quasi a giustificarne la fuga, perché è di fuga che si parla: non è vero che avesse già firmato a gennaio con la Juve, ma è vero che nella sua testa aveva firmato con chiunque altro, anche da prima.
La (non) rivoluzione dello “stranino” alla Juventus
L’addio dello “stranino” (così definito da Joey Saputo) per qualcuno in società è stato motivo di sollievo. Non a caso è stato poi scelto Vincenzo Italiano, allenatore dal profilo più “aziendale”, ma di certo non il primo che passa.
A Torino sta andando in scena lo stesso copione dei primi mesi a Bologna, ma con qualche difficoltà in più. La Juventus vince poco, anche se non perde, e la rivoluzione di Thiago Motta non ha ancora fatto splendere il sole dopo quattordici giornate. Il Bologna gli sta alle calcagna e la prossima sarà decisiva. A domani per lo scontro diretto.
(Fonte: Emilio Marrese – Repubblica)
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