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IMHO – Quel talismano di Ibra – 26 nov

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Quando ieri pomeriggio lo abbiamo visto decollare al 23simo del primo tempo e, con perfetta scelta di tempo, incornare la sfera di cuoio, infilandola nella porta di Viviano da autentico puntero,  abbiamo esultato fino alla commozione. Il ragazzone nero di Guediawaye aveva appena segnato il suo secondo goal in maglia rossoblù, portando sul 2 a 0 le sorti dell’incontro contro i doriani. Ma la commozione ci è venuta  per  quello che è successo dopo: ha saltato con leggiadria i cartelloni pubblicitari e si diretto verso il suo pubblico, la sua curva con malcelata timidezza, alzando le braccia al cielo come per dire “Eccomi, ci sono anche io”. Una introversione che ce lo rende, se possibile, ancora più grande, in un mondo dove la comunicazione urlata la fa da padrona. La storia di Ibrahima Mbaye si può riassumere in questi pochi secondi della partita di ieri pomeriggio: ha saputo aspettare, ha pazientato e adesso eccolo qui, senza presunzione, a prendersi la scena che crediamo gli spetti. E di tutto questo negli ultimi tempi, con grande saggezza e acume tattico, se ne era accorto il suo mister che lo ha sempre più voluto in campo, affidandogli di volta in volta la fascia destra o quella sinistra, tanto per lui pari sono. E così questo eclettico difensore (che secondo noi potrebbe fare anche il centrale viste le molle che madre natura gli ha fornito nelle gambe) si è guadagnato la fiducia di Donadoni, culminando questa sua progressione (anche se il ragazzo ha solo 23 anni e ha ampi margini di crescita) con una partita sontuosa come quella di ieri, finita con un suo goal e con la difesa che non aveva incassato neanche una rete, nonostante l’inferiorità numerica. Già neanche un goal: perché questa coincidenza (che, se ci pensiamo bene, coincidenza in fondo in fondo non è) ci dice che con Ibra in campo per almeno un tempo (ancora meglio se per tutta la partita) la squadra non perde: infatti il suo ruolino di marcia col Bologna parla di 6 vittorie (Benevento, Sassuolo, Spal, Genoa, Verona e Sampdoria) e un pareggio (Inter, con un rigore su cui stiamo ancora discutendo adesso). Non solo ma con lui in campo non si prende goal: ieri nessuno, così come a Verona lunedì scorso, dopo il suo ingresso per Masina, e nemmeno  contro la Spal (perché il goal subito da Antenucci è capitato all’88simo quando lui era già stato sostituito da Torosidis); aggiungiamo, per completezza di analisi, gli zero goal subiti con lui in campo a Benevento (dove è subentrato nel primo tempo a Torosidis infortunato), Sassuolo (dove ha giocato in uno sperimentale 3 5 2) e Genoa. E allora caro Ibrahima se il buongiorno si vede dal mattino, recita il proverbio, siamo sicuri che la Tua sarà una meravigliosa carriera, sperandola sempre con la maglia rossoblù indosso.

 

(Photo: Valentino Orsini)

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