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Inter vs Bologna 3 a 2: la cronaca del match – 18 gen

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No, così non vale! Il Bologna esce sconfitto con onore dalla Tim Cup. A San Siro il match con l’Inter termina 3 a 2 per i nerazzurri. I rossoblù si sono battuti come meglio hanno potuto, riuscendo addirittura a rimontare da 2 a 0 a 2 a 2. I tempi supplementari però sono risultati fatali alla squadra di Donadoni, troppo stanca e troppo limitata per l’Inter dell’ex Pioli, al momento in una forma smagliante. I meneghini sono stati bravi, certo, ma non sicuramente perfetti o stellari e il Bfc avrebbe potuto fare di più e conquistare la meta dei quarti con uno sforzo maggiore. Purtroppo però sono emersi i limiti di una rosa in grave difficoltà, specialmente sul piano del gioco. Qualche spunto c’è stato, soprattutto a livello caratteriale, ma non sono progressi esaltanti.

La partita infatti non inizia per niente bene per il Bologna. L’atteggiamento degli ospiti è il solito delle sfide di campionato. La squadra di Donadoni tiene bene il campo, aiutata da un Inter che gioca a ritmi molto blandi. E così la prima mezzora passa tra gli sbadigli per digerire la cena. I nerazzurri però hanno guadagnato molti metri dal fischio d’inizio del Signor Mariani e il baricentro della formazione di Pioli risulta molto più alto. Ciò implica ovviamente che il Bologna sia più schiacciato e infatti la difesa comincia ad andare in sofferenza, concedendo qualche corner. Nulla però che possa lasciar presagire ad un imminente crollo degli equilibri. E invece il fattaccio arriva al 33′. Calcio d’angolo forte e teso ad uscire di Joao Mario che trova Murillo: il colombiano marcato da Dzemaili riceve uno spirito divino e si inventa una rovesciata da figurine Panini. La palla si insacca in rete e gela tutto San Siro, tra l’incredulità dello stesso giocatore, consapevole di aver fatto qualcosa di pazzesco. 1 a 0 Inter. Un gol del genere può certamente risultare una doccia fredda per la squadra avversaria, ma il problema è che il Bologna stacca proprio la spina. E sei minuti dopo c’è la normale conseguenza di questo momento di smarrimento degli uomini di Donadoni: raddoppio dell’Inter. Tutto succede al 39′ quando Joao Mario impacchetta un bel passaggio filtrante per Palacio. L’argentino viene dimenticato da Oikonomou e ha tutto il tempo di battere Da Costa con un diagonale preciso all’angolino. 2 a 0. A questo punto decide di intervenire la Dea Bendata, forse l’unico top player che in quel momento poteva dare una mano ai felsinei. Al 43′ infatti Di Francesco si invola sulla fascia sinistra, rientra con il destro e serve Dzemaili in area. Lo svizzero calcia in porta in girata; la sua conclusione viene deviata prima da Murillo e poi da Kondogbia, spiazzando il povero Carrizo. 2 a 1 e partita per lo meno riaperta visto che gli uomini di Pioli accusano lievemente il colpo. Le due formazioni vanno al riposo e si sa, durante l’intervallo il gol appena subito si fa più fatica da digerire.

Così la seconda frazione di gioco si apre con un clima totalmente differente da quello dei primi 45 minuti, dove i nerazzurri si sentivano come una scolaresca in gita. Ora i padroni di casa giocano con più timore perché hanno capito che il calcio non è uno sport logico e basta un niente per cambiare tutto. I petroniani invece sono ringalluzziti dal gol. Sanno che il vento soffia dalla propria parte e ora non rimane che sfruttare questo buon momento per colpire l’avversario nel segno. I meneghini però dispongono di un arsenale offensivo troppo potente per lasciar pensare di essere sottomessi facilmente. Infatti, dopo la chance al 46′ di Dzemaili (anticipato all’ultimo da Gagliardini), l’Inter fa sentire il proprio fiato sul collo. Al 50′ Joao Mario riceve un cross molto preciso di Eder, ma non riesce ad impattare bene la palla di testa e così la sfera termina sul fondo. I pericoli per i ragazzi di mister Donadoni continuano tre minuti dopo quando sugli sviluppi di un corner, Palacio si ritrova la palla sul petto in maniera del tutto casuale. Ovviamente la conclusione non viene indirizzata e Da Costa può bloccare la deviazione centrale, tirando un gran bel sospiro di sollievo. Il momento di sofferenza però non è ancora terminato. Minuto 57: Eder prende palla e porta a spasso Maietta e Pulgar, prima di lasciar partire un diagonale sinistro che manca il palo di circa un metro e mezzo.
È l’ora di cambiare qualcosa e Donadoni lo sa; per questo motivo Rizzo viene sostituito per lasciare spazio a Mounier, il quale aveva segnato una doppietta contro l’Hellas Verona nel turno precedente. Mai un cambio più azzeccato. Il francese riesce a dare più dinamismo, rapidità e imprevedibilità alle offensive bolognesi, altrimenti troppo prevedibili con i due baby Rizzo e Di Francesco. Gli effetti però non sono immediati. Al 65′ Palacio torna a incutere timore a Maietta e compagnia con un bel diagonale che però Da Costa battezza bene con un intervento con i pugni. 180 secondi dopo però è Masina a terrorizzare Bologna e tutti i rossoblù, con un passaggio in orizzontale nella zona difensiva che consegna palla a Joao Mario. Il brasiliano però, forse incredulo da tanta magnanimità, calcia debolmente e rasoterra, consentendo al portiere emiliano di accartocciarsi sul pallone.
Per fortuna arriva il momento dei cambi. Nell’Inter entrano Icardi e Candreva mentre nel Bfc Nagy sostituisce uno stanco ma prezioso Dzemaili, in modo da dare ancora più dinamismo alla squadra. Probabilmente non sarà merito di questi ultimi cambi, o forse il magiaro è davvero un amuleto, fatto sta che al 73′ arriva l’inaspettato pareggio del Bologna. Per una volta ci troviamo a commentare una bella azione degli uomini di Donadoni. Masina arriva sul fondo e crossa davvero divinamente. Destro scavalca nello stacco Murillo ma non ci arriva per un capello. Dietro di lui però, c’è Donsah. Il ghanese gira intorno al bomber rossoblù, come un primo tempo pallavolista alla brasiliana, per eludere  la marcatura di Ansaldi. E funziona. L’impatto con la palla è pulito, perfetto, violento; e la palla non può che finire in rete. 2 a 2.
L’Inter vuole scuotersi e la chance sciupata da Icardi al 78′ ne è la testimonianza, ma incredibilmente è il Bologna ad iniziare a giocare, ma stavolta per davvero. Fuori Destro e dentro Okwonkwo, e qui cambia tutto, compreso il destino del Bfc. Il pupillo di Bigon dà freschezza e velocità al reparto offensivo felsineo e ora l’Inter ha tre frecce da curare. Troppe per poter dormire sonni tranquilli. Di conseguenza la formazione di Pioli non punge più nel finale di secondo tempo, e al termine dei novanta minuti la partita termina 2 a 2. Si va ai tempi supplementari.

Anche in questo caso il gol subìto nel finale scuote il Bologna e gela l’Inter. I rossoblù partono con il piede pigiato sull’acceleratore fin dal primo secondo. Al 92′ Okwonkwo, Mounier e Di Francesco inventano una bella azione corale, ma è al 96′ dove i felsinei rischiano davvero di ribaltare tutto, di effettuare il capolavoro. Sempre Di Francesco si invola sulla fascia, entra in area e mette un pallone delizioso per Okwonkwo. Ma il numero 30 è in anticipo e viene stretto tra Murillo e Medel, i quali gli impediscono di siglare il clamoroso sorpasso.
Il calcio sa essere durissimo e beffardo. Nel 2013 Pioli allenava il Bologna e arrivò agli ottavi di Tim Cup proprio contro l’Inter. E anche quella volta il risultato ai supplementari era fermo sul 2 a 2, finché Ranocchia non punì Agliardi e il sogno felsineo. Oggi quell’allenatore è sull’altra panchina e proprio nel miglior momento del Bologna, ottiene la sua rivincita beffarda. Al 98′ Icardi crossa in mezzo, ma la palla sembra lunga. Non per Candreva, dimenticato dai Oikonomou e Krafth, ancora in letargo invernale. L’ex Lazio calcia col macino e sfrutta la deviazione del greco per spiazzare Da Costa e restituire il favore a Pioli. 3 a 2 Inter.
A questo punto il Bologna prova a buttare il cuore oltre l’ostacolo, quantomeno bisogna tentare. Ma il vento ha cambiato direzione, e addirittura ai felsinei va da lusso non subire il quarto gol da Joao Mario; punizione forse troppo severa per quanto abbiamo visto stasera.

Finisce qui l’Inter vola ai quarti. Tra i bolognesi gira un po’ di amarezza per aver accarezzato almeno per un momento il sogno di farcela. Circola anche un po’ di orgoglio però perché il Bologna è uscito con onore e senza sfigurare. C’è anche però tanta rabbia. Rabbia per l’incapacità di gestire ancora tante situazioni difensive. Il gioco fatica a decollare, ma questo ormai è un dato consolidato, al quale si può rimediare con attenzione, dedizione al lavoro oltre che ad un atteggiamento positivo e combattente. Sia l’attenzione che la determinazione, invece, non sono appartenute alla difesa di stasera, così come un po’ a tutta la squadra.
Ma se si entra in campo con la paura di perdere e di non farcela, a cosa serve difendere?
Forza Bologna per sempre, ma è l’ora di tirare fuori la grinta per effettuare quel maledetto salto di qualità.

 

Fonte immagine di copertina: Calciomercato.com

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