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Iper Mercato – Valzer di punte in Europa? – 15 Maggio

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Nel mondo del calcio, uno degli assiomi più auto-evidenti recita pressappoco così: l’acquisto, per quanto decisivo possa rivelarsi, di un portiere-saracinesca o di uno stopper non sostituirà mai e poi mai agli occhi del tifoso l’arrivo di un bomber da venticinque “pere” a stagione. C’è poco da fare, è l’implacabile legge dello spettacolo ad imporre che un gol di piatto a porta vuota con la difesa avversaria in piena crisi esistenziale mandi in visibilio la curva più di un salvataggio sulla linea. Ecco spiegato il motivo per cui, questa estate, l’attenzione dei tifosi di mezza Europa sarà rivolta al calciomercato decisamente più del solito.

I primi fuochi d’artificio sono attesi nel tanto piccolo quanto opulentissimo Principato di Monaco. Precisamente nove anni fa, il Monaco di Morientes, Evra e Giuly perdeva contro il Porto di Josè Mourinho la finale di Champions più inattesa della storia. Oggi, fresco di promozione in Ligue 1, il mister dei biancorossi Claudio Ranieri rischia di ritrovarsi tra le mani, nel giro di un paio di mesi, una squadra ben più competitiva di quella che nel 2004 sfiorò l’impresa europea.

Il nome che circola con maggiore insistenza e che da qualche giorno sta mandando in fibrillazione i tifosi monegaschi è quello del colombiano Radamel Falcao Garcìa. I sessanta (!) milioni della clausola rescissoria del “Tigre” (92 gol in 117 incontri tra Porto e Atletico Madrid) non ostacoleranno i piani di grandeur del magnate russo Dmitry Rybolovlev, non per niente classificato dalla rivista statunitense Forbes tra gli ottanta uomini più facoltosi al mondo. Questo colpo potrebbe non essere che il primo di una lunga ed illustre serie, se si riveleranno fondate le voci dell’interessamento per Lacina Traoré dell’Anzhi e per l’Apache Carlitos Tevez. In caso di partenza, Tevez andrebbe ad infoltire la schiera dei bomber in uscita made in Manchester. Ceduto Balotelli a gennaio e con i dubbi riguardanti la permanenza di Edin Dzeko, il City prepara i soliti irrinunciabili assegni per affiancare ad Agüero un degno partner. Che sia Jovetic? Sponda United: per i Red Devils, l’era del post-Ferguson sembra destinata ad aprirsi con l’addio, un anno fa impensabile, di Rooney. I fischi al numero dieci durante i festeggiamenti per il ventesimo titolo non sono altro che la cartina al tornasole di un disamore da parte dei tifosi nei confronti dell’(ex) idolo di casa, che con la testa pare trovarsi già sotto la Tour Eiffel. Già, perché Parigi ha tutte le intenzioni di trasformarsi nella capitale del mercato estivo 2013, come testimonia la volontà dello sceicco Al-Khelaifi di regalare al proprio tecnico (che al 99% non sarà Ancelotti, ormai sull’aereo per Madrid) un goleador di fama internazionale che possa guidare la squadra alla conquista della Champions. Ma attenzione perché a Londra, zona Stamford Bridge, non se ne staranno certo a guardare. Dopo essersi fatto soffiare da sotto il naso l’obiettivo Falcao, il Chelsea farà carte false per sostituire Torres con uno tra Cavani (corteggiato anche da Real e Man City) e Lewandowski. Quest’ultimo, tuttavia, salvo clamorosi colpi di scena approderà al Bayern innescando il classico effetto domino, con Mario Gomez che con ogni probabilità dirà auf wiedersehen alla Baviera. Cosa avrà ulteriormente da rinforzarsi il Bayern, poi, continuerà a restare un mistero.

E l’Italia? Un buon attaccante si accaserà senz’altro al Napoli, un altro (Aubameyang?) alla Fiorentina, poiché difficilmente Jovetic e Ljajic resteranno entrambi in viola. All’Inter serviranno i miracoli mentrela Juve, assicuratasi Llorente a parametro zero, metterà a segno un paio di colpi interessanti («occhio a Higuain, non è un campione!», tuona Moggi), ma soltanto dopo aver resettato o quasi il parco attaccanti, Vucinic compreso (sul montenegrino c’è lo United). Insomma poca, pochissima roba, alla faccia della fame cronica di top player a cui i tifosi nostrani si sono rassegnati. Tutto questo mentre in giro per l’Europa si godono il valzer di punte più incredibile degli ultimi anni, figlio di sfacciate e mirabolanti acrobazie monetarie. Con buona pace della crisi e del fair play finanziario.

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