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Il Bologna ha un asso in panchina: Miranda, è questione di tempo?

Juan Miranda nasconde un talento innegabile, ma ultimamente si trova nell’ombra. Quali sono le sfide che il terzino deve affrontare?

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Juan Miranda al cross in Bologna-Empoli
Juan Miranda al cross in Bologna-Empoli (© Damiano Fiorentini)

Quando il Bologna ha annunciato l’acquisto di Juan Miranda questa estate, le aspettative su lui sono iniziate a crescere sempre di più. Un giovane terzino sinistro spagnolo, fresco di ottime prestazioni alle Olimpiadi di Parigi con la sua nazionale, era visto come uno dei pilastri del nuovo corso tecnico della squadra, con l’arrivo di Vincenzo Italiano alla guida del club rossoblù. Le premesse sembravano perfette: un giocatore capace di spingersi in avanti, costruire azioni pericolose e non disdegnare il tiro in porta. Insomma, un profilo moderno, dinamico e con il potenziale per diventare un elemento chiave del Bologna. Ma adesso?

Juan Miranda: un terzino malleabile ed efficace

Il suo impatto iniziale in Serie A è stato positivo: Miranda ha dimostrato fin da subito di saper gestire bene la fase offensiva, inserendosi negli schemi di gioco di Italiano con efficacia. I suoi cross si sono rivelati un’arma preziosa, tanto da essere uno dei migliori in questo fondamentale all’interno della squadra. Anche la sua attitudine a spingersi in avanti lo ha reso un elemento interessante, capace di dare supporto in fase di costruzione del gioco, caratteristica che ben si sposa con il gioco posizionale e fluido promosso da Italiano.

La notte ad Anfield

Oltre al campionato, quest’anno il Bologna ha l’impegno della Champions League, e Miranda è stato protagonista nella partita forse più affascinante di questo inizio di stagione, contro il Liverpool ad Anfield. Il giovane spagnolo ha giocato tutti i 90 minuti in uno degli stadi più temibili d’Europa, dimostrando grande personalità e resistenza. Anche se il Bologna ha perso 2-0, il risultato non rende giustizia alla prestazione dei rossoblù, che hanno giocato con coraggio e qualità, uscendo a testa alta dal campo dei Reds. Gli stessi complimenti di Arne Slot, allenatore del Liverpool, hanno confermato l’impressione che il Bologna, pur sconfitto, aveva lasciato una buona impronta su quel palcoscenico.

Juan Miranda, c’è un calo da analizzare

Eppure, nonostante la buona prestazione europea e un inizio di stagione promettente, qualcosa sembra essersi inceppato nelle ultime settimane di campionato. Dopo un buon avvio, infatti, le ultime tre giornate di campionato raccontano una storia diversa: appena 12 minuti di gioco complessivi, tra panchina e una prestazione poco convincente contro il Parma, in cui è subentrato ma non è riuscito a incidere come ci si aspettava. Questo calo di minutaggio solleva delle domande: cosa sta succedendo a Juan Miranda? Perché un giocatore che sembrava destinato a essere titolare fisso si trova ai margini?

La risposta potrebbe trovarsi in una parola chiave: adattamento. Il passaggio alla Serie A non è mai semplice, e anche se Miranda ha mostrato delle qualità indiscutibili, è plausibile che stia ancora cercando di trovare il suo equilibrio. La Serie A, infatti, è un campionato notoriamente più tattico e difensivamente rigoroso rispetto ad altri. Se da un lato Miranda ha già fatto vedere di avere ottime capacità offensive, dall’altro è probabile che stia lavorando per affinare la fase difensiva, che in Italia assume un’importanza cruciale.

Le scelte di Italiano

Vincenzo Italiano, da parte sua, richiede terzini che non solo sappiano spingere e crossare, ma che siano attenti e pronti anche nella fase di non possesso, pronti a coprire spazi e a leggere le situazioni difensive con rapidità. Miranda ha tutto il potenziale per diventare quel tipo di giocatore, ma forse sta ancora attraversando una fase di transizione, necessaria per adattarsi alle nuove richieste tattiche. È probabile che Miranda, pur avendo mostrato lampi di talento, debba ancora convincere completamente l’allenatore di poter offrire quel livello di affidabilità e sicurezza difensiva.

Tuttavia, questo non deve essere visto come un segnale di fallimento. Al contrario, Miranda ha già dimostrato di avere tutte le carte in regola per affermarsi nel Bologna. Il suo percorso potrebbe richiedere più tempo del previsto, ma il talento non è in discussione. La sua capacità di spingere sulla fascia, di creare occasioni per i compagni e di rendersi pericoloso anche in fase conclusiva sono tutte qualità preziose che, una volta accompagnate da una maggiore solidità difensiva, potranno renderlo un terzino completo e un punto di riferimento per la squadra rossoblù.

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