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L’altro spogliatoio – Confederations Cup Special Edition 29/06/2013 (2)

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-Uruguay-

 

Domenica alle ore 13.00 brasiliane si disputerà la finale per il terzo posto tra Italia e Uruguay.

E’ una partita che se la giocassi io, non avrei particolari stimoli in quanto del terzo posto sostanzialmente chi se ne frega.

Comunque cerchiamo di analizzare la squadra uruguayana composta da tantissime conoscenze passate del nostro campionato.

La squadra di Tabarez si schiererà con le zemaniano 4-3-3.

A difendere i pali dei sudamericani ci sarà l’ex Lazio Muslera; davanti a sé la linea difensiva a quattro composta da destra verso sinistra da Maxi Pereira, Godin, Lugano e Caceres

I due terzini, rispettivamente militanti nel Benfica e nella Juventus, sono posizionati in un ruolo che non è il loro naturale anche se lo possono occupare abbastanza bene.

Come è successo con la Spagna dunque, gli attacchi di Candreva e Giaccherini, sulle due fasce di gioco, potrebbero senza dubbio creare problemi a simili esterni.

Più difficile sarà invece penetrare centralmente nella difesa uruguayana poiché formata da due centrali, Lugano e Godin, davvero forti ed esperti.

Davanti alla difesa agirà invece il palermitano Arevalo Rios, non tanto come regista (visti i piedi non educatissimi), ma per fare legna, cioè per agire da filtro davanti alla difesa, come quando per esempio il centrocampista più basso del Bologna era Mudingayi o Perez; ciò non era sicuramente dovuto al voler impostare da lì l’azione offensiva.

A proposito, né Diego Perez né Gaston Ramirez, ahimè ex calciatori rossoblu, non scenderanno con tutta probabilità in campo dal primo minuto.

Affianco a Rios agiranno come mezzali Gonzalez (giocatore della Lazio) e Cristian Rodriguez (centrocampista dell’Atletico Madrid di origini però piemontesi).

E’ un centrocampo molto fisico e dinamico quello dell’Uruguay, che farà sicuramente da protezione alla difesa.

L’assenza di Pirlo non ci permetterà nemmeno di scavalcare questo reparto dell’Uruguay, per cui bisognerà trovare altre trame di gioco, per esempio, potrebbe essere saggio, come dicevamo prima, attaccare continuamente sulle fasce.

Il tridente d’attacco uruguayano è di primissimo livello, in quanto formato da Cavani, Suarez e Forlan.

Tutti i suddetti sono giocatori che alla minima disattenzione non perdonano affatto. Non li vedi per tutta una partita, ma poi all’improvviso danno la zampata decisiva.

Gli errori perciò fin qui commessi dalla nostra retroguardia, dettati soprattutto da mancata concentrazione, non andranno quindi commessi se non si vorrà rimediare un’altra sconfitta e per quel che conta, non salire nemmeno sul podio di questa Confederations Cup.

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