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L’altro spogliatoio: l’evoluzione del Torino di Ivan Juric

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Per continuare la striscia positiva di risultati, il Bologna ospita in casa il Torino di Ivan Juric. I granata arrivano da un periodo molto difficile, nel quale hanno raccolto solo un pareggio in casa della Juventus. La formazione piemontese è però un avversario molto difficile per caratteristiche e sarà necessaria, oltre alla solita partita tecnicamente di ottimo livello, anche un impegno fisico supplementare.

MODULO – Il Torino si schiera con un classico 3-4-2-1 o 3-4-1-2, moduli con la difesa a 3 ai quali Juric non rinuncia mai essendo “nato” come allenatore sotto l’ala di Gasperini. Il Torino ha impiegato qualche mese a recepire le richieste del nuovo tecnico, essendo abituato a un modo di giocare con una disposizione tattica simile, ma con un atteggiamento molto diverso. La squadra granata, infatti, gioca con un marcature uomo su uomo a tutto campo e gioca in verticale attaccando sia in zona centrale, che dalle fasce.

DIFESA AGGRESSIVA – La fase difensiva parte da una marcatura uomo su uomo a tutto campo. La squadra accorcia sempre in avanti sul portatore di palla, cercando di recuperare il pallone col baricentro più alto possibile per aggredire la linea difensiva avversaria in disordine. A guidare l’avanzata in non possesso sono i mediani e i tre centrali, in particolare Bremer, autore fin qui di una stagione da calciatore di livello internazionale. I tre centrali cercano sempre l’anticipo, rischiando spesso di lasciare scoperte ampie porzioni di campo alle sue spalle. La difesa è un elemento molto importante anche per la costruzione della manovra. Come già accadde al Verona con Dimarco, Juric ha trasformato Rodriguez da terzino dal piede educato in un braccetto mancino di una difesa a 3 in grado di far sviluppare la costruzione del gioco dalla difesa.

ATTACCO – In avanti, Juric ha ritrovato Belotti, centravanti che fa reparto da solo e trova facilmente il gol. Tuttavia, anche in assenza dell’ex Palermo, il Torino aveva trovato soluzioni alternativa, con Sanabria, centravanti mobile che creava tanti spazi per gli inserimenti dei trequartisti e uno dei due due mediani. Con la presenza di Belotti, il Torino però può sfruttare più facilmente anche le corsie, con i due esterni a tutta fascia che lavorano per arrivare al cross, o per creare situazioni di 2 conti 1 con uno dei trequartisti che si allarga e sfruttare la presenza di Belotti e i centrocampisti al centro dell’area di rigore.

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