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L’altro spogliatoio: la Fiorentina di Beppe Iachini

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Il campionato volge al termine, alcune delle squadre che sfiderà il Bologna hanno ancora un obiettivo da conseguire. Una di queste è l’avversario odierno, la Fiorentina. I Viola, rispetto alla gara d’andata, si presentano con un allenatore diverso, non nuovo certamente perché Beppe Iachini è l’uomo che ha cominciato la stagione, ha plasmato la squadra e ora sta navigando verso una salvezza che però è ancora tutta da conquistare.

PRIMA LA DIFESA – Il primo pensiero di Iachini al rientro dopo la parentesi di Cesare Prandelli è stato blindare la difesa. Il 3-5-2, molto accorto, ha avuto comunque una continuità anche con l’ex CT della Nazionale, ma nell’ultimo periodo, con Iachini in panchina, la squadra sembra avere assunto un atteggiamento ancora più accorto. Oggi la Fiorentina gioca con un modulo che in campo appare più simile ad un 5-3-2, soprattutto in fase di non possesso. I due esterni di centrocampo giocano qualche metro più indietro e accompagnano in maniera meno convinta l’azione. Le due linee di centrocampo e difesa si stringono poco prima del limite dell’area, e lasciano pochi spazi centralmente. Difficile così per le squadre avversarie attaccare con una manovra verticale. I Viola lasciano l’iniziativa agli avversari, spesso costretti a palleggiare orizzontalmente per trovare uno sfogo sulle fasce.

VLAHOVIC E RIBERY – La vera differenza tra la prima Fiorentina di Iachini e quest’ultima versione del tecnico di Ascoli è Dusan Vlahovic. Il centravanti serbo è maturato rapidamente, sotto la guida di Prandelli. Fisico, veloce e con atteggiamento da leader della squadra, il numero 9 viola è diventato il partner ideale per sfruttare il gioco tra le linee di Ribery. Se in precedenza il francese creava per una squadra non in grado di finalizzare al meglio l’azione, ora l’ex Bayern, calciatore dal quale passano tutte le giocate della Fiorentina, crea gioco con la consapevolezza che il serbo può finalizzare le occasioni create. Vlahovic allunga la difesa avversaria, giocando sulla profondità, ma grazie al fisico imponente è anche in grado di giocare il pallone spalle alla porta. Per questo motivo spesso la Fiorentina sembra giocare più con un 5-3-1-1, che con un puro 5-3-2.
La centralità di Ribery è stata evidente soprattutto quando la Fiorentina ha dovuto rinunciare al francese. Nonostante Vlahovic fosse affiancato da un ottimo calciatore come Kouamé, certamente l’azione ha perso qualità e il reparto di centrocampo si è ritrovato completamente slegato dall’attacco.

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