Bologna FC
L’altro spogliatoio: le novità dello Spezia di Luca Gotti
Improrogabile, la prima vittoria del campionato del Bologna deve arrivare oggi, alle 15 al Picco di La Spezia. Di fronte agli uomini di Sinisa Mihajlovic un avversario modesto, abbordabile come lo Spezia dell’ex Luca Gotti. I rossoblù devono sbloccare la casella vittorie e per farlo non c’è miglior occasione della partita odierna, dopo aver fallito a pochi minuti dalla fine con la Salernitana.
SICUREZZE. Lo Spezia ha cambiato dopo una sola ottima stagione con Thiago Motta alla guida. L’italo-brasiliano ha conquistato una salvezza tranquilla, ma lo ha fatto vivendo per mesi sulla graticola, a rischio esonero. Separazione arrivata fine anno per giungere infine al cambio con l’arrivo di Luca Gotti. L’ex tecnico dell’Udinese era fermo dall’esonero dello scorso autunno, nonostante due ottime stagioni in Friuli. In Liguria, l’ex assistente di Roberto Donadoni, è ripartito dalle sue personali certezze. Abbandonata la linea a 4, vista nello Spezia sia con Motta che con Italiano, Gotti è ripartito dal suo fidato 3-5-2 consegnando le chiavi della difesa al giovane Kiwior e a Nikolaou. Sugli esterni ha provato a fissare alcuni punti di forza come la presenza di Reca, ma ha dovuto fare i conti anche con l’assenza di veri e propri esterni destri di ruolo. In avanti, invece, ha riportato al centro della fase offensiva la figura di Mbala Nzola, finito nel dimenticatoio con Thiago Motta.
NOVITÀ. Rispetto all’Udinese delle due stagioni di Mister Gotti, oggi lo Spezia è una squadra meno fisica, ma molto più tecnica. Non potendo contare su un trio di difensori in grado di difendere col baricentro basso a difesa dell’area di rigore, Gotti ha dovuto modificare l’atteggiamento della sua squadra. Grazie alle capacità dei difensori a disposizione, lo Spezia controlla più facilmente il possesso palla ed è spesso padrone dei ritmi della partita. Un scelta stilistica adattata alla maggiore qualità tecnica e la minore fisicità della difesa, ma anche alle caratteristiche degli uomini di centrocampo, dotati di grande ordine tecnico nella gestione della sfera e alla costante ricerca della traccia verticale nella quale inserirsi. Le due mezzali, in particolare, lavorano in alternanza con gli esterni di fascia con sovrapposizioni alternate sia interne che esterne, per creare superiorità numerica e non dare punti dì riferimento sulle fasce agli avversari. In avanti, il gioco si poggia molto su Nzola, che viene incontro e dialoga con i compagni per offrire un appoggio sicuro per far salire la squadra. La conformazione giusta della coppia d’attacco è ancora un rebus per Gotti che in quella posizione ha provato finora almeno tre calciatori diversi con scarsi risultati.
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