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L’analisi di Genoa-Bologna 1-1 – 28 feb

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Termina 1 a 1 la delicatissima sfida di Genova. Le due squadre arrivavano entrambe da un periodo pessimo: 4 sconfitte consecutive per i felsinei con 12 gol subiti e solo 2 fatti; 2 punti in 9 partite invece per il Genoa, con la casella dei gol segnati ferma a 0 da tre match. Le due squadre meno in forma del campionato probabilmente, si sono spartiti la posta in palio, non accontentando nessuno, muovendo solo leggermente una classifica che vede ora il Bologna a 28 e il Genoa a 26. 

Il nuovo tecnico Andrea Mandorlini ha presentato la sua squadra con un 3-5-2 per dare sicurezza al reparto difensivo, che in fase di non possesso era coperto sugli esterni anche da Lazovic (a destra) e Laxalt (a sinistra), andando a formare un netto 5-3-2. La fase offensiva si sviluppava subito in verticale, andando a servire le due punte Pinilla e Simeone, che avevano il compito di aprire il gioco verso gli esterni, o sulle due mezz’ali che si inserivano. 

Donadoni invece si è presentato al Ferraris con il tanto agognato cambio di modulo. Infatti, come si può notare dal grafico che mostra le posizioni medie in campo, i rossoblù si sono sistemati con un 4-2-3-1, con Dzemaili a fungere da trequartista, sfruttando lo spazio tra le linee. Come schermo davanti alla difesa c’erano Viviani (impegnato anche nell’impostazione della manovra) e Taider, che compieva un impegnativo lavoro di interdizione. 

Il primo tempo scivola con tanti errori tecnici da parte di entrambe le squadre, con un possesso palla degli ospiti molto sterile, che si limitava a far girare il pallone in orizzontale. L’unica grande occasione della prima frazione capita tra i piedi di Dzemaili al 36°.

Sull’errore in fase di impostazione di Munoz si avventa Petkovic che supera il suo diretto avversario con un dribbling e vede in mezzo il compagno svizzero. Nell’immagine si nota come siano tanti i giocatori in giallo-fluo presenti in area, ben 6 (Petkovic, Viviani, Taider, Verdi, Krejci e Dzemaili). 

Sul cross basso arretrato della punta croata si avventa appunto Dzemaili che a botta sicura centra Burdisso, che colpisce forse con un braccio, anche se le immagini non chiariranno benissimo l’entità del tocco. Grandissima occasione quindi per Blerim che seppur murato sia da Burdisso che da Izzo, poteva sicuramente fare di più.

La seconda frazione si apre subito con una grandissima occasione per il Genoa, che Simeone spreca, anche per colpa di un bravissimo Mirante.

Il pallone di Cataldi in verticale pesca Pinilla, che controlla e vede il movimento in avanti del compagno di reparto Simeone. Nell’occasione però le maglie della difesa sono troppo larghe, con i giocatori troppo distanti tra loro, lasciando liberi varchi immensi su cui infilarsi. Simeone si muove molto bene alle spalle di Marios, che non guarda l’uomo ma solo il pallone, commettendo un grave errore di posizionamento. 

Il pallone nello spazio di Pinilla è perfetto, ma un grandissimo Mirante eviterà il vantaggio genoano, respingendo il tentativo di dribbling del “cholito”. Il portiere ospite è molto bravo a non stendersi subito andando fuori tempo, ma si allunga per coprire più spazio possibile. 

6 minuti dopo entra Mbaye per Krafth, infortunato dopo uno scontro con Hiljemark. Al 12° però il Bologna passa in vantaggio con la perla di Viviani. L’azione parte da Dzemaili che sorprende Cataldi alle spalle, andando ad inserirsi tra le linee, proprio quello che voleva Donadoni. Lo svizzero, una volta arrivato al limite viene steso dallo stesso centrocampista in prestito dalla Lazio.

La punizione viene calciata da Viviani, lo specialista della squadra, che insacca il pallone alle spalle di Lamanna. Quest’ultimo compie l’errore di fare un passetto verso destra troppo presto, precludendosi la possibilità di parare la sfera indirizzata sul suo palo di competenza. La parabola di Viviani resta però perfetta per potenza e precisione. 
Sembra la fotocopia della punizione che portò alla rete di Mertens in quel disastroso sabato sera, quando in quel caso l’errore lo fece Mirante. 

La rete subita è una mazzata per gli uomini di Mandorlini che 12 minuti dopo rischiano di andare sotto di due gol.

L’azione portata avanti dall’offensiva di Masina, viene conclusa con il tiro di Dzemaili dal limite. La retroguardia di casa è molto lenta ad uscire sullo svizzero che colpisce molto violentemente la sfera verso la porta. Il tiro viene poi respinto da Lamanna sui piedi di un proposito Masina, che però calcia malamente a lato da pochi passi. Il terzino invece che appoggiare di piatto, sceglie il collo per colpire il pallone che finisce a lato. 

Appena 6 minuti dopo però l’episodio che cambia la partita: il rosso a Torosidis.

La situazione rappresentata assomiglia molto all’occasione precedentemente descritta, in cui la retroguardia rossoblu si fa trovare malamente impreparata. Come si può notare i 4 difensori sono troppo distanti tra loro e i due di centrocampo non fanno filtro sulla trequarti, concedendo un netto 2 contro 2 centrale con Oikonomou e Torosidis contro Pinilla e Simeone. 

Il figlio dell’attuale tecnico dell’Atletico Madrid, invece che servire il liberissimo compagno d’attacco, sceglie per l’opzione personale mettendosi davanti a Torosidis. Il terzino, adattato a centrale, colpisce malamente il numero 9 argentino che finisce a terra. Rosso diretto e Bologna in 10. 

Immediatamente entrano Helander per Verdi e Taarabt per Rigoni, spostando il 3-5-2 a un più offensivo 4-2-4. 
Da qui in poi è un assedio continuo alla porta di Mirante: prima la palla viene salvata sulla linea da Oikonomou, poi al 43° Laxalt colpisce troppo debolmente la palla sottoporta. 

Lazovic, sempre molto propositivo a destra, si fa beffa di Masina e Rizzo (appena entrato al posto di Krejci). I due lasciando andare colpevolmente l’esterno serbo che guarda in mezzo all’area, dove ci sono Cataldi, Simeone, Pinilla e Laxalt, con Taarabt in appoggio. 

Il cross sul secondo palo finisce sul sinistro dell’ex Bologna, che non colpisce con convinzione, appoggiando la sfera tra le braccia di Mirante. Nell’occasione però disattenta la difesa petroniana, con Mbaye che poteva e doveva stare più attento sulla marcatura, contenendo in maniera più efficace Laxalt. 

Quando ormai la partita sembrava destinata all’epilogo più dolce per gli ospiti; ecco quello che non ti aspetti: la fucilata a giro di Ntcham appena entrato al posto di Hiljemark.

Certo, Dzemaili poteva coprire maggiormente il piede forte dell’avversario, cioè il destro; ma di certo non si poteva immaginare una magia del genere da parte di un giocatore che aveva giocato fin qui pochissimi minuti dall’inizio della stagione. 

Ennesimo gol subito dal Bologna nell’ultimo quarto d’ora; sono 16 i gol presi in questa frazione di gioco, nettamente troppi. Su questo aspetto il mister dovrà lavorarci molto, come dovrà soffermarsi sulla qualità offensiva della sua squadra, che anche oggi ha faticato molto a creare occasioni degne di nota. 
L’immagine sul bilanciamento offensivo mostra un dato eloquente: 8 attacchi dei felsinei (0 a sinistra) contro i 24 totali degli uomini in casa. I dati non rappresentano i tiri in porta, ma solo i tentativi in fase offensiva, che si sono succeduti nel corso della gara.

 

Il cambio di modulo c’è stato, ma deve esserci maggiore incisività da parte degli interpreti. Si deve cominciare da domenica, quando al Dall’Ara arriverà la Lazio. 

(Immagini di Sky e LegaserieA)

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