Bologna FC
L’angolo del Petisso: “Rosso e blu e il mondo bianconero – Una storiella per i nostri bambini”
In occasione di questo Bologna – Juve, vorrei tanto poter scrivere una favola per i bambini, una favola rossoblù.
Ricordo che avevo una ventina d’anni (questa, VI GIURO è vera) ed ero a cena da parenti, si faceva tardi ed i miei zii mi chiesero se potevo addormentare mia cugina Sarah, di 4 anni.
Non sapendo cosa dirle, lì per lì mi venne da raccontarle la storia di Beppe Savoldi, i suoi esordi, i suoi gol, il suo personaggio, con mia cugina che si stringeva nella coperta ed ascoltava appassionatamente, suscitando in me grande stupore. Così la tirai per le lunghe, le raccontai le sue gesta, di come per noi bambini di allora rappresentasse un super eroe al pari dell’Uomo Ragno o di Superman, delle preghiere ai nostri genitori per acquistare la maglia del Bologna e poi di corsa dalla merciaia a comprare il numero “9” da applicare rigorosamente con la macchina da cucire sulla schiena…. e lei sempre ad ascoltarmi… però poi non sapevo come finire e le dissi che un bel giorno, il presidente del Bologna decise di venderlo al Napoli per tantissimi soldi. Sarah, improvvisamente, iniziò un pianto straziante, i suoi genitori allarmati vennero verso di me e mi chiesero spiegazioni e io “….le ho solo detto che abbiamo venduto Savoldi !”, potete immaginarvi la loro reazione. Ci volle un bel pò di tempo per calmarla ed in futuro non ne abbiamo mai più parlato. Ora Sarah ha 30 anni, due lauree e nessun interesse per il calcio. Mi sa che non ho lavorato benissimo…. o forse sì, anche troppo.
Con questo lungo preambolo vorrei dire che mi piacerebbe tanto essere in grado di scrivere una breve favola rossoblù per i nostri bambini, in occasione di quella che per tutti i tifosi del Bologna è LA PARTITA, la nostra finale di Champions, il nostro derby Virtus – Fortitudo, la nostra lotta sociale tra noi che ci fermiamo col rosso e quelli che invece passano impuniti… ogni tifoso del Bologna non ha UNA motivazione personale per questa partita, ma almeno CENTO.
E mi piacerebbe trasmettere ai bambini l’importanza genuina di questa partita, cercare di far capire che se papà è un pò nervoso, forse è anche colpa di un signore che si chiama Pieri che nega due rigori a Cipriani ed inventa una punzione per fallo di Capuano su Ibrahimovic, trasformata in gol a pochi minuti dalla fine… e che se invece papà si presenta con un mazzo di fiori per la mamma e il TIR di Saetta Mc Queen sotto braccio e non è Natale, forse è perchè Di Vaio gliela mette là un paio di volte e il Bologna vince a Torino…
Ma come fare ? Se inizio con “C’era una volta….” dopo il finale lo sappiamo, angherie, furti, magoni… e corro il rischio di rivivere la situazione avuta da giovane con Sarah, brutto vedere i bimbi piangere.
Ok, ci sono, inziamo con “C’era un domani” e proviamo a scrivere 2 righe per i nostri bambini.
Rosso e Blu e il mondo bianconero una storiella per i nostri bambini
C’era un domani due colori, il rosso e il blu, che giocavano con la palla su un grande prato verde.
A Rosso piaceva colpire la palla con i piedi, più forte che poteva, mentre Blu correva a prenderla e gliela ributtava indietro.
Un giorno, Rosso tirò così forte che la palla uscì dal prato e si infilò dentro ad un palazzo grigio, enorme.
Quel palazzo aveva sempre fatto paura a Rosso e a Blu, così i due decisero di andare assieme, mano nella mano a prendere la loro palla.
All’entrata un signore dall’aspetto da capostazione disse loro:
“Cosa volete ? Qui non potete entrare, questo è il palazzo del Bianco e del Nero “.
Arrivarono anche altri tre uomini, uno con un fischietto e gli altri due con una bandierina e spinsero i bambini fuori dal palazzone.
A questo punto Rosso e Blu corsero a casa dal loro nonno Giacomino e gli raccontarono quanto accaduto.
Il nonno Giacomino tranquillizzò i bambini e raccontò loro che in passato, quando lui era piccolo, nessun bambino Rosso e nessun bambino Blu poteva mai giocare con la palla perchè tutti i campi erano di proprietà del Bianco e del Nero.
Facevano le regole e giocavano loro, cementavano tutti i prati, e se i bambini volevano partecipare dovevano vestirsi di bianco e nero così tutta la città diventò di soli tre colori, bianco, nero e grigio.
Allora nonno Giacomino e altri bambini andarono via da quel triste paese e trovarono un bellissimo prato, appena sotto le colline, in una città piena di torri, di maschere, di allegria e di colori.
E lì fecero la loro squadra, tutta Rossa e Blu, e tutti i bambini della città si divertivano, correvano e giocavano su quel meraviglioso prato.
Da quel luogo contornato da portici i bambini si spostarono e andarono in un altro prato, poi in un altro, ed in un altro ancora, quindi tutto il paese tornò ad essere colorato di rosso e blu.
Bianco e Nero provarono a cementare anche quei campi, per far valere le loro regole, ma tutti i bambini rossi e blu, mano nella mano, si misero attorno ai prati, formando una catena fortissima ed impedendo alle macchine del cemento di passare.
Da allora Bianco e Nero si ritirarono nei loro grigi e tristi palazzi, mentre Rosso e Blu e tutti gli altri bambini riconquistarono la libertà di stare sulla terra a correre e giocare col pallone all’aria aperta.
“Quindi, nonno Giacomino, è grazie a te che adesso noi siamo liberi e possiamo giocare a pallone sull’erba?” chiese Rosso
“Non solo grazie a me” rispose il nonno,” ma anche grazie a tutti quelli che in oltre 100 anni hanno fatto grande la storia del nostro Bologna.”
“E la nostra palla ?” disse preoccupato Blu.
“Lasciamola là, bambini. Chissà se l’odore dell’erba attaccato al pallone non risvegli qualche bambino Bianco e Nero e gli faccia venir voglia di uscire a vedere che bel sole c’è qui fuori“.
E tutti e tre andarono assieme a prendere un nuovo pallone.
Buon Bologna a tutti i bambini !
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