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L’eredità del numero 10 – 22 Gen

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Nella simbologia dei numeri il dieci rappresenta il cambiamento che porta all’evoluzione ed alla crescita. Raffigura anche la perfezione, un qualcosa di divino e viene per questo ritenuto il numero più importante di tutti. Dunque è normale che la casacca con questo simbolo sia quella più ambita, ma anche quella più difficile da onorare per le aspettative che porta. Nella storia recente rossoblù solo pochi hanno indossato quella maglia rispettando le aspettative che la accompagnavano: Signori il più rappresentativo con le sue 6 stagioni al Bologna condite da 84 reti, seguito da Baggio che nonostante una sola stagione sotto le due torri, con la sua fantasia ed i suoi goal ha conquistato l’affetto dei tifosi. Si sono succeduti a loro poi nomi meno importanti come Vignaroli, Bombardini, Moscardelli, Mancosu e Giannone, insieme a calciatori più adatti a quella casacca così speciale come Ramirez, Gilardino ed il più recente Destro. Intorno al bomber marchigiano vi sono però molte polemiche: sprazzi di classe e di una abilità in area di rigore che si manifestano ad intermittenza, mentre la piazza pretenderebbe qualcosa di più da lui. Errori grossolani in area (i due goal mangiati a Udine e contro l’Empoli, aggiungendoci anche il pallone svirgolato a centro area contro il Pescara), a tratti scorbutico ed indolente, un personaggio che spacca a metà la tifoseria rossoblù. L’attaccante felsineo non è esente da colpe, come d’altro canto non gli si possono attribuire tutti gli eventi negativi che gravitano attorno all’ambiente Bologna sul rettangolo di gioco, complice un sistema di gioco a lui non troppo congeniale ed anche a causa dei numerosi infortuni che lo hanno tenuto lontano dai campi per molto, forse troppo a lungo, permettendogli solo ora di raggiungere un buon stato di forma dopo un lungo periodo di lavoro. La squadra di Donadoni è schierata con un 4-3-3, con due esterni alti a sostegno dell’unica punta, un modulo che dovrebbe favorire il solista in area di rigore, in questo caso Destro. La realtà è che gli schieramenti dove il numero 10 rossoblù ha reso al meglio sono stati il 4-3-1-2 di Giuseppe Sannino nel Siena stagione 2011-2012 ed il 4-2-3-1 della Roma, spesso utilizzato nel triennio passato nella capitale. La particolarità che hanno questi due moduli è l’utilizzo di un trequartista di supporto alla punta di ruolo, che le permetteva di concentrarsi di più sulla fase realizzativa, sgravandola da altri compiti di supporto ai compagni e di rifinitura, un qualcosa che in questo Bologna manca. Ed è anche per questo che il bomber di Ascoli Piceno fatica così tanto, nonostante qualche errore di troppo che ci ha strozzato grida di giubilo in fondo alla gola. Resta solo da sperare che questo 2017 incombente sia più proficuo per lui, permettendogli di onorare l’eredità pesante della casacca numero 10.

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