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Bologna

L’inaDieguato – A Mauro Orsi – 23 Luglio

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 Abbiamo lasciato il compito a Diego Costa di ricordare Mauro Orsi, un bolognese che ha sempre rappresentato l’essenza della nostra città, valorizzandola con il suo importante lavoro e con il suo grande attaccamento ad essa. Tutta la Redazione si stringe intorno alla famiglia di Mauro ed esprime grande dolore per questa perdita.


A Mauro Orsi 


Mi piace pensare che Mauro si sia trasformato in una farfalla. Una di quelle che immancabilmente sfoggiava, appena sotto il suo largo sorriso. Un sorriso contagioso, un inno alla vita che lui regalava a tutti. Mauro, che si è seduto su una panchina e ha chiuso gli occhi, è un altro di quelli che non avremmo voluto mai perdere. Ce lo saremmo trattenuto volentieri, scacciando la Signora Implacabile, soprattutto pensando a una visita così prematura. Mauro era l’inno a Bologna e aveva ancora tantissimo da dare alla sua città e a noi tutti. Aveva una pagina su FB che non frequentava, ma c’è comunque una dedica al posto a cui ha voluto bene e per cui si è prodigato per l’intera vita. “Bologna è meravigliosa – scrive – soprattutto a Natale”. Lui, però, Natale te lo regalava tutto l’anno, ma non come un oco giulivo, bensì attraverso le idee e la passione. Perchè Mauro sarebbe salito sulla torre più alta e col megafono avrebbe gridato: Bologna è bellissima. Lo faceva con il suo impegno mai venuto meno per la città. Direte… beh, normale per un albergatore. No, non è così. Perchè Mauro dirigeva gioielli, ma non li mostrava palesemente. Il suo emblema erano le ali della sua libertà, il papillon e la bicicletta! Scrivono che era amico del presindente Napolitano… giusto sarebbe dire che trattava chiunque volesse condividere le bellezze della città amata con lui come il presidente della Repubblica. Senza distinzioni di ruolo o di ceto. Sulla virtuale società di FB che ci avvolge e ci fa cavalieri solitari, c’è anche la pagina che s’intitola “Una Bologna peggiore è possibile”. Vi troverete le immancabili lamentele di chi nota le manchevolezze della nostra terra, secondo un costume usuale da queste parti. E cioè: gridare al mondo i nostri diritti calpestati ma chiedere clemenza per i doveri di cui ci dimentichiamo. Due pesi e due misure. Mauro lottava senza dubbio per una Bologna migliore, ma ne cantava le lodi, l’ospitalità, l’originalità. Soffriva per quello che si perde, ma ogni giorno voltava pagina soffermandosi su quello che di buono rimane. 
Sì, per me Mauro si è trasformato in una farfalla. E vola libero in piazza Maggiore. Lo incontrerò lì, sono sicuro. Unirò i palmi della mano per trattenerlo un attimo e dirgli che questa non ce la doveva fare. Che ci sentiamo più soli. Sarà solo un attimo. Poi gli restituiremo la sua condizione indispensabile. La libertà! Vola libero Mauro. E ogni tanto abbi occhi per noi che restiamo qui.

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