Bologna FC
L’inaDieguato – Bologna in verde – 22 Aprile
Il Bologna in Verde sembra una formichina che, a fatica, porta una briciola nella sua tana. Si mimetizza con l’erba e in effetti per quasi un quarto d’ora sparisce. Non pare neanche la squadra compatta e sicura che conosciamo. Il Bologna in Verde mi fa venire alla mente una bella foto che troneggia nel negozio Twickenham della famiglia Pivatelli. La foto è in biancoenero ma se la coloraste restituendole la vita e l’attimo allora la maglia sarebbe proprio verde con il colletto e i polsini rossoblù. Cose di un altro calcio, un calcio in cui il Bologna era qualcuno, sebbene negli anni 50 spesso si sia dovuto fare di necessità virtù.
Il Bologna in Verde aderisce alla giornata della Terra, per molti di noi quasi una novità, sapere che ci si batta contro gli sprechi e per i più indifesi. Invece si tratta di una novità che va in scena a primavera dal 1970!
A piccoli passi, mimetizzandosi con il verde prato del Dall’Ara il Bologna va verso la salvezza. Una salvezza discussa, una salvezza che in molti davano per chimera. Una salvezza figlia di un allenatore che sembra proprio fatto a misura della giornata della Terra. Stefano Pioli ha saputo sfruttare ogni bio-energia per raggiungere la meta. Stefano Pioli ci è sembrato un monaco zen per come ha tenuto nascosta, magari dietro alla barba incolta, l’apprensione, attaccando invece la figurina del suo Bologna all’album della fiducia. Una fiducia che ha trasmesso a tutti (ci perdoni Acquafresca… se il suo problema è Pioli resti pure dov’è), a un gruppo di ragazzi intelligenti, di calciatori moderni, con qualche sbavatura, chi questo chi quello, ma umanamente degni della nostro assoluto rispetto.
Tutto bene, allora? Non esattamente ma… quasi. Per esempio: ci guardiamo bene dal gridare al mondo che Gilardino ha segnato il gol numero tremila. Mi spiace, Alberto, è un record relativo, frutto di un malizioso archibugio inventato da un collega per un titolo in più. Cosa non si fa per campa’… Il calcio non è cominciato all’avvento del Girone Unico così come il mondo non è nato alla scoperta del fuoco. Così fosse, dovremmo toglierci un paio di scudetti, scucirne un bel po’ al Genoa-Grifone (nove, mica noccioline), e qualcuno persino alla Juventus (sarebbe per noi rossoblù operazione assolutamente indolore). E quante reti dovremmo togliere a Schiavio? Quante presenze a “Gatto” Gianni? No, il record “taroccato” non ci piace.
Ultime annotazioni dopo il quarto pareggio di fila: scampati al tormentone Christodoulopoulos, quello che (abbiamo capito, grazie) ci tocca di sentire negli interventi degli opinionisti tv (lo chiameremo Lazaros, viene più comodo. Caspita, ma Bachlechner lo chiamavate forse Klaus?), la domanda eco – in mancanza di un pizzico di fantasia (eufemismo), è quella che TUTTI in tv rivolgono a Diamanti. “Ma non sei forse pronto per un top team?”. Suggeriamo una risposta al grande Alino: quando voi (decerebrati… basta pensarlo) vincerete il Pulitzer per la vostra immensa apertura mentale!
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