Bologna FC
L’inaDieguato – Non ci sto!!! – 7 Maggio
Fedele al nome della mia rubrica… non ci sto. No, non partecipo al pianto greco – specialità della casa – dopo il cappotto fuori stagione rimediato a Roma. Se ne sono dette e lette di tutti i colori: Alto tradimento, Caporetto, il Bologna a Roma ha rovinato la stagione… E’ vero, è stato un bruttissimo spettacolo. E’ vero, come direbbe Ulivieri, stavolta abbiamo sbracato. E’ vero, non capitava dai tempi di Lothar Matthaeus.
E’ vero anche che per un paio d’ore avrei fatto un buchetto e mi ci sarei infilato dentro. Poi però mi è passata. Poi pensi. Poi dici: avessimo perso con un autogol al 92′ sarebbe stato altrettanto amaro. Perciò, gente… Vediamo alla prossima. Si deve saper tornare sulla terra. Capire le ragioni di un crollo. Ed è spiegabilissimo, a mio avviso. Ci provo.
Questo Bologna, dall’inizio ha dovuto correre controvento. Lottando ha costruito – se ci pensate – nella rimonta le pagine più belle e significative. Le poche, del resto, con le valigie in mano. Roma, Napoli, Pescara… punti pesanti conquistati sempre dovendo rincorrere, mostrando in salita doti da passista scalatore. E coraggio.
Quando domenica ho letto la formazione della Lazio, fin dall’inizio mi sono detto che non avremmo avuto scampo. Oltre a qualche domenica non fortunata, infatti, al Bologna difficilmente sono capitati avversari di rango in crisi o in difficoltà. Forse solo l’Inter…
Domenica scorsa Petkovic poteva finalmente vantare la migliore Lazio, una squadra oltretutto in ritardo nella ruota del gol e della vittoria. Quando ho letto la linea davanti a quel fenomeno che è Marchetti composta da Konko e Radu esterni e da Dias e Cana centrali, mi sono detto. E’ un muro.
Non basta. Prendi il primo gol in fuorigioco, poi il ko te lo dà Hernanes col suo colpo da biliardo. C’è Candreva che è un caterpillar, va a velocità doppia (e sospetta, permetteteci). Il Bologna stavolta molla. E arriva la grandine. Partita Klose! Ecco spiegata la domenica, a mio avviso. Ma noi, specialisti dell’autolesionismo, infieriamo.
Preferisco al contrario scoprire qualche prova tecnica che non mi è dispiaciuta come Khrin centrale di difesa, con centrocampo a quattro. Aspetto a giudicare Stojanovic, che a Napoli di coppa fece benone, ben rammentando come questa città “lapidò” Valleriani, immolando un ragazzino sull’altare di una nefasta stagione. Bruciato come eretico per colpe non certo sue.
No, il giustizialismo spicciolo non fa per me. Ho digerito il grosso magone, guardo avanti e – semmai – lo 06 per chi viene da fuori Roma è un prefisso che mi dispiace per i numeri. I cannoni li facciano pure tuonare i profeti. E al proposito, ho letto su Tbw l’interessantissima intervista a Gazzoni. Molte cose condivisibili, altre meno. L’appello a Unipol non è campato in aria. Boccio invece la tendenza maccartistica a vedere le streghe dove non ci sono. Gazzoni questa “debolezza” l’ha sempre avuta. Ricordo quando ci etichettò giornalisti da bar. Secondo l’ex patron, a Bologna c’è una pressione mediatica esagerata. “Quattro cinque giornali sono troppi” dice Gazzoni. Caro cavalier Idrolitina, a me sembra che – rispetto al nobile passato – si conti poco o nulla. E si incida mille volte meno, con il pc di quanto non facessero i principi della professione che negli anni Sessanta potevano contare solo su telefono a gettoni e macchina da scrivere.
Questo Bologna, dall’inizio ha dovuto correre controvento. Lottando ha costruito – se ci pensate – nella rimonta le pagine più belle e significative. Le poche, del resto, con le valigie in mano. Roma, Napoli, Pescara… punti pesanti conquistati sempre dovendo rincorrere, mostrando in salita doti da passista scalatore. E coraggio.
Quando domenica ho letto la formazione della Lazio, fin dall’inizio mi sono detto che non avremmo avuto scampo. Oltre a qualche domenica non fortunata, infatti, al Bologna difficilmente sono capitati avversari di rango in crisi o in difficoltà. Forse solo l’Inter…
Domenica scorsa Petkovic poteva finalmente vantare la migliore Lazio, una squadra oltretutto in ritardo nella ruota del gol e della vittoria. Quando ho letto la linea davanti a quel fenomeno che è Marchetti composta da Konko e Radu esterni e da Dias e Cana centrali, mi sono detto. E’ un muro.
Non basta. Prendi il primo gol in fuorigioco, poi il ko te lo dà Hernanes col suo colpo da biliardo. C’è Candreva che è un caterpillar, va a velocità doppia (e sospetta, permetteteci). Il Bologna stavolta molla. E arriva la grandine. Partita Klose! Ecco spiegata la domenica, a mio avviso. Ma noi, specialisti dell’autolesionismo, infieriamo.
Preferisco al contrario scoprire qualche prova tecnica che non mi è dispiaciuta come Khrin centrale di difesa, con centrocampo a quattro. Aspetto a giudicare Stojanovic, che a Napoli di coppa fece benone, ben rammentando come questa città “lapidò” Valleriani, immolando un ragazzino sull’altare di una nefasta stagione. Bruciato come eretico per colpe non certo sue.
No, il giustizialismo spicciolo non fa per me. Ho digerito il grosso magone, guardo avanti e – semmai – lo 06 per chi viene da fuori Roma è un prefisso che mi dispiace per i numeri. I cannoni li facciano pure tuonare i profeti. E al proposito, ho letto su Tbw l’interessantissima intervista a Gazzoni. Molte cose condivisibili, altre meno. L’appello a Unipol non è campato in aria. Boccio invece la tendenza maccartistica a vedere le streghe dove non ci sono. Gazzoni questa “debolezza” l’ha sempre avuta. Ricordo quando ci etichettò giornalisti da bar. Secondo l’ex patron, a Bologna c’è una pressione mediatica esagerata. “Quattro cinque giornali sono troppi” dice Gazzoni. Caro cavalier Idrolitina, a me sembra che – rispetto al nobile passato – si conti poco o nulla. E si incida mille volte meno, con il pc di quanto non facessero i principi della professione che negli anni Sessanta potevano contare solo su telefono a gettoni e macchina da scrivere.
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