Bologna FC
L’Uomo della Domenica: Angelo Da Costa – 9 feb
Sei sullo stradone. La partita è finita da una ventina di minuti. Niente radio, niente pagelle, niente interviste o dichiarazioni. Non stasera. Non si può. Alzi il volume dello stereo: Bolo by Night Inoki Ness e Royal Mehdi, torni con la mente al 2004, anno di composizione della traccia; in quegli anni si vedeva un Bologna diverso, peggiore, che a fine anno retrocesse in Serie B. Bolo by Night, quest’anno le partite serali e il Bologna sembrano non avere un gran feeling.
Sei stanco, a casa ti aspetta una birra fresca e un letto caldo. È solo un brutto sogno, pensi. Non puoi accettare quella che è la cruda realtà dei fatti: in 9 contro 11 il Bologna ha perso contro il Milan una partita che sembrava già vinta, soprattutto per la doppia superiorità numerica; e invece? Invece ha perso, a pochi secondi dal termine. Fischi legittimi, cori che, nonostante prestazioni al limite del calcio professionistico, continuano ad uscire rabbiosi dalle gole di quei cuori pulsanti in curva, perché non si abbandona mai la barca che affonda, perché l’amore per la maglia deve essere sempre posto davanti a tutto e tutti. In una sconfitta che fa più male di quella di sabato scorso, l’Uomo della Domenica non può che essere Angelo Da Costa, chiamato a sostituire una volta di più Antonio Mirante, che anche stasera si è fatto trovare pronto, rispondendo presente su un paio di azioni senza mai arrendersi, cosa che alcuni suoi compagni hanno deciso di fare ben prima del calcio d’inizio. Questa è la sua storia.
Nato calcisticamente nel Santo Andrè, squadra con la quale fa razzia di trofei a livello giovanile, è protagonista della prima e unica coppa della formazione brasiliana, senza però riuscire a disputare la prestigiosa finale contro il Flamengo. Nel 2008 la strada del portiere e quella del club bianco blu si separano e Angelo si sposta, arrivando in Italia, a Varese. In C2, però, le presenze rimangono ferme a 0, ed ecco che il trasferimento ad Ancona rappresenta una sorta di seconda giovinezza per l’estremo difensore. In vicinanza del porto marchigiano Angelo è costretto a dividersi la porta con un promettente italiano, nato in Sardegna, che all’anagrafe fa Salvatore Sirigu. Nonostante tutto colleziona quasi 30 presenze ed è titolare nella sfida dei play out. L’anno seguente, invece, è Lui il numero 1 e, insieme al bomber Salvatore Mastronunzio, contribuisce alla permanenza in cadetteria della formazione bianco rossa. Con la messe in liquidazione della società il portiere è costretto a cercarsi una nuova squadra, e l’occasione si presenta quasi subito: altro porto, altra città di mare, diversa categoria. La Sampdoria lo acquista come secondo portiere ma, in brevissimo tempo, il brasiliano scalzerà l’incerto Curci (toh, chi si rivede) e conquista il posto da titolare diventando, di fatto, il primo portiere straniero nella storia della Doria. Quasi 5 anni passati con la maglia blucerchiata addosso, 5 anni che hanno permesso ad Angelo di diventare uno dei giocatori più amati nella storia recente della Sampdoria.
2015, anno della svolta.
Passa a Bologna, ed è già amore. Faccia simpatica, modi bruschi quando serve, è ciò che mancava. Trascina la squadra verso la promozione, accetta il ruolo di secondo senza problemi e, quando chiamato in campo, fa parlare le parate. A mani basse uno dei migliori 12 dell’intera Serie A.
Grazie Angelo, che ci ricordi che a vedere certe brutture in campo, la gente poi ci rimane male.
L’Uomo della Domenica per Bologna – Milan è Angelo Da Costa
Foto: Corriere dello Sport
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