Bologna FC
La Bottega dei Talenti – Nicolas De La Cruz
Diego Nicolas De La Cruz Arcosa, o più semplicemente Nicolas De La Cruz, in questi giorni si lecca le ferite della cocente sconfitta con il suo River Plate nella finale della Copa Libertadores contro il Flamengo, ma le prestazioni del 22enne uruguaiano non sono passate inosservati ai più attenti scout europei.
De La Cruz è pronto a fare il salto in Europa, e le voci che lo vorrebbero anche nel mirino anche del Bologna sono legate soprattutto allo speciale rapporto del suo agente, Paco Casal, con tanti dirigenti e operatori di mercato del panorama italiano.
Ma chi è Nico De la Cruz?
La Bolita, questo il suo soprannome, è l’ennesimo prodotto del calcio celeste, è nato a Montevideo il 1° giugno del 1997, e il calcio gli scorre nelle vene essendo fratellastro dell’ex Pallone d’Oro Sudamericano Carlos Sanchez.
A Montevideo Nico ha legato tutta la sua formazione calcistica, giocando dapprima nelle giovanili del Liverpool Montevideo e successivamente nella prima squadra dei negriazules. De La Cruz ha debuttato nella prima squadra del Liverpool a 18 anni, nella stagione 15/16, collezionando 18 presenze ed una marcatura. Ma è nella stagione 16/17 che il giovane si afferma nella formazione della capitale dell’Uruguay prendendosi il posto del numero 10 classico, col numero 10 sulle spalle e mettendosi in luce con 7 reti in 18 match.
Non solo il club, come ogni uruguaiano Nicolas ama la sua Nazionale e con le Nazionali giovanili sfodera grandi prestazioni, contribuendo nel 2017 alla vittoria della Celeste nel Sudamericano Sub-20 e al quarto posto durante durante il Mondiale U20, lo stesso in cui Riccardo Orsolini si laureò capocannoniere del torneo. Mentre ancora tarda ad arrivare una chiamata del Maestro Tabarez, anche a causa della concorrenza spietata nel reparto dei centrocampisti.
Nella stessa estate Nicolas, su suggerimento del fratello Carlos Sanchez (che proprio con il River e con Gallardo ha conquistato la Libertadores nel 2014), si trasferisce ai Millionarios, dove dopo una stagione di apprendistato sotto l’ala protettiva del Muñeco Gallardo, nel corso dell’ultimo anno (solare) ha raccolto l’eredità sul terreno di gioco di Gonzalo Martinez e diventando elemento centrale ed inamovibile del tridente del River e mettendo a segno 7 e 7 assist tra Superliga Argentina e Copa Libertadores.
Fisicamente De La Cruz è un brevilineo. 167 cm x 70 kg, un baricentro molto basso che gli permette di esprimere grande forza e rapidità soprattutto nei primi metri. Le sue accelerazioni, in particolare palla a terra nel corso degli anni hanno creato più di un grattacapo, con avversari sistematicamente costretti al fallo per non farlo sgusciare via.
Nicolas è dotato di un’ottima tecnica individuale ed è in possesso di una buona abilità, anche se non mortifera, nel dribbling, alla quale aggiunge anche una visione di gioco fuori dalla norma.
Destro naturale, tuttavia nel corso degli anni ha mostrato una certa confidenza anche nel calciare col sinistro, mettendo in mostra notevoli prodezze nelle conclusioni dalla distanza, con una tecnica di tiro molto ordinata e assai efficace. Le sue doti balistiche sono evidenti in diverse clip video, che mostrano peraltro le sue abilità sia con il pallone in movimento, sia nel calcio da fermo, specialità nella quale eccelle.
Utilizzato dai vari tecnici che lo hanno allenato in Uruguay prevalentemente nella posizione di un classico 10, dietro gli uomini più avanzati, Nicolas ha sviluppato un’ottima propensione all’assist e una notevole capacità di andare a trovare gli spazi liberi da attaccare tra il centrocampo e la difesa avversari, creando scompiglio palla al piede e facendosi trovare libero per la conclusione con inserimenti efficaci, grazie anche ad una freddezza sottoporta non scontata.
L’evoluzione tattica e la sua scarsa fisicità ne hanno rallentato la crescita nel passaggio dal Liverpool Montevideo al River. In Argentina la superiore fisicità degli avversari ne hanno minato la possibilità di ricevere il pallone spalle alla porta. Inoltre la concorrenza spietata in nella posizione di centrocampista offensivo/trequartista (Nacho Fernandez e Gonzalo Martinez) nel primo anno con las Gallinas, hanno costretto De La Cruz a guardare spesso i compagni dalla panchina, deludendo poi le aspettative nelle presenze concesse da Gallardo.
Tuttavia il tecnico del River e il direttore sportivo Francescoli (leggenda del calcio uruguagio, anch’egli assistito da Paco Casal durante la sua carriera) hanno sempre creduto in De La Cruz. Così il tecnico del River ha potuto lavorare ancora sull’uruguaiano dall’inizio del 2019, e complici l’addio di Martinez e il contemporaneo infortunio al crociato di Juan Quintero, lo ha lanciato, ricamandogli addosso una nuovo vestito tattico nel quale l’ex Liverpool Montevideo si è sentito immediatamente a suo agio. De La Cruz oggi occupa solo graficamente la posizione di trequartista, interpretando il ruolo in maniera differente dal classico fantasista/incursore che gioca dietro gli attaccanti. In precedenza Nicolas preferiva spesso ricevere il pallone spalle alla porta per portarlo centralmente sino all’area di rigore o concludere dalla distanza e senza troppo preoccuparsi di offrire alla squadra un apporto nella fase di non possesso. Ora invece svaria su tutto il fronte d’attacco e riceve il pallone largo in posizione di esterno offensivo, destra o sinistra non fa differenza vista la tendenza ad usare entrambi i piedi con una certa disinvoltura, tenendo una postura che gli permette di avere sempre un occhio verso la porta e un occhio allo sviluppo del gioco.
Gallardo con questa soluzione ha così ottenuto una maggiore partecipazione del suo numero 11 alla fase difensiva, con De La Cruz che spesso si trova sulla linea dei centrocampisti pronto ad aiutare il terzino sulla fascia di competenza.
Un’evoluzione tattica completa per Nicolas, diventato da giocatore prettamente offensivo, a uomo in più davanti, in grado di svariare e creare superiorità numerica sulle fasce, puntare la porta con conclusioni dalla distanza con entrambi i piedi ed essere utile in ripiegamento difensivo grazie ad una diligente applicazione tecnica.
Insomma uno step in più nella crescita di un calciatore che oggi ambisce al trasferimento transoceanico, magari proprio in Italia, dove storicamente i calciatori gli uruguagi trovano fortuna grazie forse a quello spirito di abnegazione in campo e la grinta tipica del popolo sudamericano.
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