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La chiave della stagione: l’imprevedibilità di Thiago Motta (Gazzetta dello Sport)

La bravura di Thiago Motta è stata quella di sorprendere sempre i suoi avversari. Merito anche della duttilità dei suoi ragazzi.

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Thiago Motta
Thiago Motta (© Damiano Fiorentini)

Il Bologna quest’anno ha vinto molte partite grazie alle intuizioni del suo allenatore. La bravura di Thiago Motta è stata in particolare quella di riuscire ad adattarsi all’avversario, usando molte formazioni diverse. Spesso questa abilità è stata tirata fuori in occasione dei big match, non è un caso infatti che proprio nelle partite pesanti la squadra si sia esaltata.

Napoli-Bologna, lo specchio della bravura di Motta

L’ultima dimostrazione di ciò è stata fornita sabato sera in occasione del match giocato al Maradona. Nella partita contro il Napoli, Thiago è tornato al 4-2-3-1 per cercare di limitare Lobotka, il cervello delle azioni partenopee. Il risultato è stato straordinario, il centrocampista è stato annullato e la squadra ha vinto 0-2. Grazie a questo risultato e alla vittoria dell’Atalanta di ieri sera, è arrivata la matematica qualificazione in Champions League.

Non solo, la vittoria di Napoli ha dimostrato anche quanto sia profonda e affidabile la rosa del Bologna. Basti pensare alla grande prestazione di Kacper Urbanski, principale responsabile dell’inefficienza di Lobotka, che quest’anno ha giocato solo 819 minuti. Il trequartista polacco è stato schierato più di una volta dal primo minuto e si è sempre fatto trovare pronto.

Oppure ai due protagonisti della prima rete, Dan Ndoye e Jens Odgaard. L’esterno svizzero, autore del gol, è arrivato a 1686 minuti stagionali nonostante la concorrenza con Riccardo Orsolini. Jens invece è stato schierato a sorpresa sulla fascia opposta e ha giocato quest’anno 332 minuti. Anche Federico Ravaglia, schierato tra i pali al posto di Skorupski, è stato uno degli eroi della serata grazie al rigore parato a Politano. Quarto clean sheet su 5 presenze per lui.

I (pochi) punti fermi della rosa

Fatte queste considerazioni, Motta ha ovviamente anche una serie di “imprescindibili” che però non sono molti. I primi della lista sono Lukasz Skorupski, Joshua Zirkzee e Lewis Ferguson, tutti sopra i 2700 minuti. Subito dopo troviamo Remo Freuler, perno della mediana rossoblù, che ha scavallato quota 2500. Poco sopra i 2000 minuti troviamo Beukema, Calafiori, Kristiansen, Lucumì, Posch e Aebischer, ma qui già siamo in una fascia di giocatori molto più soggetti a rotazioni.

Un paradosso, se vogliamo, riguarda Riccardo Orsolini e Alexis Saelemaekers. Orso, nonostante sia il secondo marcatore della squadra con 10 centri, ha giocato 1708 minuti, appena una ventina in più di Ndoye, il giocatore con cui si alterna. Alexis, un altro dei giocatori chiave della stagione, ne ha giocati pochi di più, 1796.

Questi dati sono stati possibili anche grazie alla duttilità dei giocatori del Bologna. La bravura di Thiago Motta è stata quella di scoprire questa qualità nei suoi ragazzi e metterla in pratica. Anche e forse soprattutto così si spiegano i pareggi in trasferta contro Inter, Milan e Juventus, i 4 punti fatti contro il Napoli e i 6 contro Atalanta, Lazio e Roma.

A proposito delle due romane: le vittorie all’Olimpico contro di loro hanno la firma di Oussama El Azzouzi, che in campionato ha giocato appena 443 minuti.

Fonte: G.B. Olivero, Gazzetta dello Sport

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