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La Gazzetta dello Sport – Di Vaio e quella doppietta nel lontano febbraio del 2011 contro la Juventus

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Storico centroavanti rossoblù, maglia numero nove, fascia da capitano. Poi la trafila nell’apparato dirigenziale. Oggi un ruolo in qualità di responsabile scouting. A Bologna Marco Di Vaio è ormai divenuto un’icona cittadina. Quest’oggi, sulle pagine della Gazzetta dello Sport, è possibile leggere un’intervista rilasciata dallo stesso ai microfoni di Matteo Dalla Vite. Super Marco ha toccato vari argomenti: Sinisa (ovviamente), il passato da giocatore e quella famosa doppietta alla Juventus nel febbraio 2011.

MIHAJLOVIC Il tecnico serbo iniziò la sua carriera da allenatore proprio nel Bologna, stagione 2008-2009. Marco Di Vaio, all’epoca giocatore, ricorda quel periodo soffermandosi sulla sua figura. A sue parole, dice, non è cambiato caratterialmente. É sempre coinvolgente, propositivo, forte, uguale nel rapporto con i giocatori. Tuttavia, il Miha di dieci anni fa era più motivazionale; quello di adesso meno istintivo. Ora — aggiunge Di Vaio — ha attorno uno staff con il quale si è creata una forte sinergia. 

L’ex attaccante rossoblù definisce Sinisa come esempio di grande coraggio, nonché persona speciale e valorosa. A dimostrazione di ciò il fatto che sia sempre presente a ciascuna seduta video, in allenamento o alle riunione indette con lo staff. Per non parlare delle volte in cui si è presentato in panchina in occasione delle partite: semplicemente incredibile. Insomma, la figura di Mihajlovic funge da utile collante al gruppo.

Il Bologna è una grande famiglia, afferma l’ex numero nove. Il rapporto d’amore platonico tra Sinisa e il club è iniziato quando il Sergente Hartman (come è spesso stato soprannominato) ha deciso di rimanere sotto le Due Torri. Poi la malattia, la presenza a Verona e la squadra che si reca sotto la sua stanza al Sant’Orsola dopo la rimonta incredibile contro il Brescia. L’epilogo di tutto ciò è il messaggio trasmesso sul teleschermo in occasione di Bologna-Real Madrid Legends. Indescrivibile.

PASSATO Da giocatore Di Vaio ha segnato tanto. Ma quella doppietta all’Olimpico di Torino nel freddo febbraio del 2011 è storia. Prima rete grazie all’assist di Mutarelli, seconda su passaggio di Meggiorini. Il rimedio per battere la Juventus? Crederci, lottare e resistere. E, ovviamente, si spera nella presenza di Miha per essere mentalmente carichi. Inoltre, lo ha promesso l’ex centroavanti, consegnerà personalmente un premio a chi dovesse segnare il gol della vittoria. 

Super Marco si è espresso sulla società bianconera definendola seria, ambiziosa e — probabilmente — in pole position per vincere la Champions League. Poi, è ovvio, i dettagli faranno la differenza. Oggi c’è CR7, alla sua epoca i fuori classe erano altri. Ma era un calcio diverso.

Il curriculum da giocatore gli è comunque utile, oggi, per il ruolo che ricopre. La conoscenza dello spogliatoio, la capacità di intervenire in situazioni delicate. La difficoltà più grande, forse, è capire il livello del giocatore rapportato al campionato in cui gioca. É bello comunque, dichiara, poter personificare il pensiero di Sabatini e Bigon. L’attuale responsabile scouting felsineo si è anche espresso su Mattia Destro definendolo assai propositivo ed evidenziando il suo impegno costante: «il futuro dipende solo da lui e nessun altro».

CALCIOMERCATO E PUNTE DI DIAMANTE Dominguez a Gennaio? Sì, all’ottanta per cento. Ovviamente l’ultima parola sarà di Bigon e Mihajlovic. Una punta numero 9 non è indispensabile, aggiunge. Ce ne sono già tre lì davanti. E la squadra riesce comunque a creare occasioni che devono essere solamente concretizzate maggiormente. 

Riguardo i nuovi acquisti, Di Vaio è sereno e felice. Stanno giocando tutti bene ed esprimendo al massimo le proprie potenzialità: da Tomiyasu, a Olsen passando per Schouten. Il dirigente, tuttavia, punta su Svanberg: ha innumerevoli doti che potrebbero consentirgli di fare una grande carriera. Fisico e velocità tra tutte. Anche dal punto di vista tecnico, del resto, lo svedese non pecca.

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